Venezia - Era grande l'attesa per il film di Saverio Costanzo, "La solitudine dei numeri primi", ispirato all'omonimo romanzo di Paolo Giordano. L'accoglienza è stata tiepida - qualche applauso ma anche qualche fischio - nella proiezione mattutina riservata alla stampa. Come al solito, però, la parola finale spetta al pubblico. Il film di Costanzo racconta la storia di due ragazzi, Alice e Mattia, sulla incapacità di stare insieme e al contempo l’incapacità di non cercarsi, proprio come i numeri primi, o i numeri primi speciali come sono i due protagonisti.
Il film In una atmosfera quasi horror si muove una bravissima Alba Rohrwacher che, per il suo ruolo, è dimagrita paurosamente per dare corpo e anima ad Alice, consumata dall’anoressia. A fianco della Rohrwacher anche l’esordiente, ma altrettanto intenso, Luca Marinelli, che interpreta Mattia.
Costanzo: vi aspettavate Gattopardo? Il regista non ha gradito la freddezza che è stata riservata al suo film. Così all'inizio dell'incontro stampa ha detto ai giornalisti: "Ma cosa vi aspettavate, il Gattopardo? Non ho fatto altro in questi giorni che leggere della trepida attesa per questo film, bisogna stare attenti agli aggettivi. Non mi era mai successo che il mio ferramenta mi chiedesse come mai non ero già a Venezia".
"Ho sposato il genere horror" "Nel romanzo di Paolo Giordano c’è molto dolore, credo che sia una vera e propria storia dell’orrore e così ho scelto di sposare il genere horror per sdrammatizzare e rendere più accessibile il dolore al pubblico". Questa la tesi illustrata ai giornalisti dal regista.
La tesi di Paolo Giordano L'autore del romanzo che ha ispirato il film, Paolo Giordano, appare timido e un po' spaesato all'incontro con la stampa: "Tutti pensano che uno scrittore debba co-sceneggiare il suo libro per difenderlo. Non è così. Il processo di separazione da "La solitudine dei numeri primi" è iniziato quando ho scelto di cedere i diritti. Non ho ansia di possesso in questo senso. Se uno è attaccato a quello che ha prodotto non dovrebbe permettere che qualcuno ci lavori. Questo è stato subito chiaro tra me e Saverio".
"Io mi sono commosso" "Rivedendo il film da spettatore ho ritrovato il senso anch’io.
È stata la prima volta che mi sono commosso di cose che mi dovevano commuovere prima". È chiaro, dice lo scrittore che "il libro funziona per sottrazione di immagini e questo è impossibile al cinema. Il punto di partenza è stata la consapevolezza di questa difficoltà".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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