Politica

Solo la guerra aerea può imporre una nuova tregua

Inizia la seconda settimana di conflitto, anzi, di guerra aerea, Israele non ha ancora raggiunto i risultati politici e strategici desiderati, ma sul piano militare la situazione è migliore di quanto l'intelligence temesse. Hamas infatti non riesce a sviluppare la propria "guerra indiretta", basata sul lancio di razzi e di bombe di mortaio. I guerriglieri hanno sparato meno di 400 razzi, con un picco di 130 nel primo giorno. Israele riteneva che dopo una settimana si sarebbe toccato quota 1.500. E visto che i razzi davvero non mancano nei depositi della Striscia di Gaza, questo vuol dire che il nuovo sistema di sorveglianza/attacco aereo israeliano funziona, rendendo molto difficile per Hamas effettuare bombardamenti tali, per quantità e letalità, da costringere Israele a lanciare una offensiva terrestre. L'Aeronautica israeliana ha conquistato un vero dominio dell'aria, che mantiene giorno e notte, anche con condizioni meteo avverse. E ha ridotto al minimo il tempo necessario per scoprire, identificare, attaccare e distruggere una rampa di lancio. Si è passati da decine di minuti a decine di secondi. Quando Hamas riesce a lanciare, rischia comunque di perdere artiglieri e rampe. Del resto se un razzo Qassam 1 può essere portato e impiegato da un singolo miliziano, per un Qassam 3 o per un Type 90A cinese serve un veicolo, perché si tratta di armi lunghe 2 o 3 metri e pesanti tra i 90 e i 70 kg., difficili da nascondere, spostare e impiegare.
L'Aeronautica israeliana impiega con successo aerei F-15 e F-16, gli elicotteri Ah-64 ed una varietà di velivoli senza pilota. Finora gli aerei hanno effettuato più di 600 sortite, un ritmo sostenibile per settimane. Grazie al lavoro dell'intelligence, sono stati colpiti centinaia di bersagli militari e strategici fissi ma anche obiettivi «mobili» e di opportunità. Però la lista dei bersagli più facili si va a esaurire. Israele sa che non può eliminare Hamas colpendo dal cielo, ma non ci riuscirebbe neanche con una operazione terrestre, la quale, se mai avrà luogo, dovrà essere violenta, massiccia e di breve durata. Al contrario di quanto avvenne in Libano. Israele esercita una pressione militare/strategica pesante e costante su Hamas e al contempo ne logora le capacità militari, senza subire perdite. Una guerra aerea d'attrito condotta con attenzione per limitare le perdite civili, che non superano il 25%. Israele può così proseguire la guerra per imporre ad Hamas un accordo alle proprie condizioni.

E magari permettere a Fatah una rivincita.

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