Somalia, ormai è incubo Altra nave italiana sequestrata dai pirati

Ci sono sette nostri connazionali a bordo della «Montecristo», la nave italiana sequestrata da pirati al largo della Somalia: il comandante Diego Scussat, di Venezia, l’ufficiale di coperta Stefano Mariotti e l’allievo ufficiale Luca Giglioli, entrambi di Livorno. Mancano per ora i nominativi degli altri connazionali, che provengono dalla Sardegna, dalla Campania e dal Trentino-Alto Adige: risulta che abbiano compiti di addestramento alla sicurezza, pare che fossero disarmati come attualmente impone la legge e che quindi non abbiano potuto opporre resistenza all’attacco, avvenuto ieri mattina alle 6.45 italiane.
È l’ennesimo attacco portato a segno dalla pirateria somala nell’Oceano Indiano, ormai un vero flagello che sta provocando una contrazione nei traffici commerciali sulla rotta del Canale di Suez. Solo negli ultimi due anni sono sedici i casi di assalto a navi italiane, alcuni dei quali sono avvenuti anche nel Golfo di Guinea. Il ministero degli Esteri ha per ora parlato di «sequestro da confermare» e ha reso noto che la sua Unità di crisi segue da vicino l’evolversi della preoccupante vicenda. Il gruppo livornese D’Alesio, cui la nave appartiene, ha reso noto che non vengono forniti troppi dettagli sulla vicenda per favorirne la migliore gestione.
La «Montecristo» ha un equipaggio di 23 persone (gli altri sono dieci indiani e sei ucraini) e trasporta rottami di ferro: era partita da Liverpool, aveva attraversato il canale di Suez ed era diretta in Vietnam. Durante la navigazione nel golfo di Aden era stata scortata da una nave giapponese: l’attacco è avvenuto subito dopo il termine del servizio di scorta.
Nel tentativo di meglio accertare quanto accaduto e di portare aiuto agli uomini della «Montecristo», la task force marittima 508 della Nato, guidata dal contrammiraglio Gualtiero Mattesi, imbarcato a bordo del cacciatorperdiniere «Andrea Doria», impegnato nell’operazione Nato «Ocean Shield», ha disposto l’invio di una unità navale nella porzione di oceano a circa 620 miglia ad est dalle coste della Somalia, dove si sono persi i contatti con la motonave.
I fatti finora accertati sono questi: ieri mattina alle 6.45 italiane la «Montecristo» ha lanciato un allarme sicurezza «per un attacco di pirateria». Il comandante informava che la nave veniva attaccata da una barca con cinque persone armate a bordo, per poi mettere in atto la procedura di sicurezza prevista per evitare l’attacco, che consiste essenzialmente in una serie di manovre tese a rendere difficile o impossibile l’abbordaggio. Ma il fatto che nelle dieci ore successive non sia più giunto alcun messaggio dalla «Montecristo» fa temere che il sequestro sia purtroppo effettivamente avvenuto.
Se le peggiori previsioni verranno confermate, saliranno a tre le navi italiane nelle mani dei pirati somali. Le altre due sono la «Savina Caylin», una petroliera sequestrata lo scorso 8 febbraio, e la motonave «Rosalia D’Amato», catturata nel Mare Arabico il 21 aprile con sei persone a bordo. Della «Savina Caylin» si parlato anche recentemente in circostanze drammatiche, avendo tra l’altro i pirati diffuso immagini inquietanti che dimostravano il pessimo trattamento inflitto ai cinque ostaggi italiani.


Un’altra nave italiana, il rimorchiatore «Buccaneer», era stata sequestrata col suo equipaggio di 16 persone - fra cui dieci italiani - nel 2009: la liberazione avvenne il 10 agosto di quello stesso anno, dopo quattro mesi di sequestro. Il ministero degli Esteri ha negato che sia stato pagato un riscatto.

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