Politica

Sondaggi, centrodestra a un passo dall’Unione

Nell’opposizione tengono Verdi e Comunisti italiani. Bertinotti verso il 7 per cento

Antonio Signorini

da Roma

«L’Unione è avanti di 2-3 punti percentuali sulla Cdl, esclusa la Mussolini. Cresce Forza Italia, bene le forze radicali del centrosinistra, moderati in difficoltà. Al Senato il gap è di meno di dieci senatori». Dagli statistici arriva una nuova conferma: i giochi delle politiche 2006 sono ancora aperti. E lo svantaggio iniziale della coalizione di governo si sta riducendo. Ieri è stata Alessandra Ghisleri a svelare al quotidiano online Affaritaliani.it gli ultimi dati di Euromedia Research. Confermata la tendenza descritta pochi giorni fa dal politologo Renato Mannheimer: il distacco tra l’Unione e la Casa delle libertà, anche secondo Ghisleri si sta riducendo. «L’Unione oscilla attorno al 50 per cento. Mentre la Casa delle libertà si attesta sul 47 per cento circa, esclusa però Alternativa sociale della Mussolini. Che se invece entrasse nel centrodestra, in somma algebrica, farebbe diminuire il distacco». Di quanto? Difficile capirlo, ma la lista della Mussolini negli ultimi sondaggi si è aggiundicata lo 0,9 per cento. Dati che ieri hanno fatto dire al premier Silvio Berlusconi che il distacco è ormai da considerare intorno all’1,8 per cento.
Tutto si muove con molta lentezza. Gli statistici registrano movimenti quasi impercettibili, precisa l’esperta di sondaggi. Alcuni, però, sono molto chiari. Come la crescita degli azzurri, che corrisponde alle ultime uscite di Berlusconi. «Si sta rafforzando, passo dopo passo, il voto di Forza Italia, che oggi si aggira intorno al 21 per cento», assicura. Una crescita che non avviene a scapito degli altri partiti della Cdl. «Non è cannibalizzazione degli alleati. Si sta spostando l’area di centro», spiega la studiosa di Euromedia. «Il premier ha fatto conoscere cosa è stato fatto dal governo, ha dato indicazioni nuove. Ora, però, bisogna vedere se è un percorso in continuità», precisa. Alleanza nazionale «rimane sempre più o meno stabile intorno al 12 per cento» e l’Udc «cala leggermente e oscilla tra il 5,6 e il 5,8 per cento». Per quanto riguarda la Lega, «è in contrazione e si attesta tra il 4,8 e il 5 per cento».
Anche all’interno del centrosinistra ci sono alcune tendenze che emergono sempre più chiaramente. La lista Uniti nell'Ulivo (Ds più Margherita) ottiene una buona performance nei sondaggi: «È al 32,5 per cento, supera di più di un punto percentuale (1,4) il risultato ottenuto alle europee». Ma chi dentro l’Unione può iniziare a stappare lo champagne sono le liste della sinistra radicale. Rifondazione «si muove attorno al 7 per cento», i Verdi «mantengono il loro valore intorno al 2,4 per cento» e Di Pietro e Mastella «si aggirano sui loro valori storici, ma Di Pietro perde qualcosina in consenso. Attualmente sono sotto la soglia del 2 per cento». Bene i Comunisti italiani «tengono il loro valore, intorno al 2,3-4 per cento». Situazione più difficile per i moderati. La Rosa nel pugno, ad esempio, «dovrebbe essere sotto il 2,5 per cento». Consolidano le loro posizioni anche i democristiani di Rotondi e i socialisti di De Michelis, la cui lista si muove «intorno al 2,1 per cento». A decidere la partita saranno gli indecisi che sono calati, ma che rimangono ancora il primo partito con un abbondante 23 per cento. Difficile dire da che parte andranno.

Chi parte in vantaggio - in questo caso la sinistra, nel 2001 il centrodestra - vede sempre erodere un po’ i consensi man mano che si avvicina la data del voto.

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