Sondaggi, cresce il Pdl Il Pd perde un punto: già finita la "rimonta"

Nell'ultima settimana il Popolo della Libertà sale al 40,5%, mentre al Partito democratico costa caro l'apparentamento con Di Pietro

da Roma

Popolo della libertà in ascesa e Partito democratico in calo. Uno scenario che fino a ieri nemmeno il militante più affezionato del Pdl avrebbe sottoscritto; distante anche rispetto alle previsioni di Silvio Berlusconi, che ha parlato al massimo di un vantaggio costante del centrodestra.
Eppure a certificare una tendenza inedita, opposta rispetto a quella descritta quotidianamente da Walter Veltroni, è l’autorevole istituto Demoskopea. Secondo il sondaggio settimanale sulle intenzioni di voto degli italiani, realizzato per Sky Tg24 in vista delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile, il centrodestra è passato dal 39,5 per cento della scorsa settimana al 40,5 per cento di ieri. La coalizione quindi, si attesta vicino al 45 per cento, sommando il 4 della Lega Nord e lo 0,5 per cento del Mpa.
Un buon risultato al quale corrisponde uno stop dell’effetto Veltroni.
Il Pd è infatti passato dal 36,5 per cento al 36 per cento. Un calo avvenuto in coincidenza con l’accordo Pd-Italia dei valori. Nell’apparentamento con Antonio Di Pietro sembra che a rimetterci sia stato proprio il Pd, visto che è passato dal 34,5 al 33,5 per cento, Un calo di un punto, compensato a metà dalla crescita del partito di Di Pietro, passato dal 2 al 2,5 per cento. Un mezzo punto in meno, nel complesso, che non è andato alla Sinistra arcobaleno, data all’8 per cento, lo 0,5 in meno rispetto alla settimana scorsa. E nemmeno ai Socialisti, fermi allo 0,5 per cento.
Sembra quindi che, nel caso di Pd-Idv, si stia riproponendo la maledizione delle «biciclette» della prima Repubblica, che racchiudevano diversi partiti e le cui performance elettorali, alla fine dei conti, erano sempre inferiori rispetto alla somma delle singole liste.
Se la cava bene l’Udc di Pier Ferdinando Casini, che con il 7,5 per cento, mette in cassa un risultato paragonabile a quello della sinistra Arcobaleno. Una percentuale comunque non sufficiente a superare lo sbarramento regionale per il Senato che è a otto punti percentuali. Confermate anche le previsioni per La destra, con il 2 per cento.
Si tratta comunque di dati ancora poco indicativi. Un quarto dell’elettorato, ha ricordato anche ieri il sondaggista Nicola Piepoli, è ancora indeciso.
Secondo Demoskopea lo scarto tra Pdl e Pd è di nove punti percentuali. Martedì Veltroni ha parlato di uno scarto tra i due partiti sempre minore e ormai vicino al 4 per cento. Discrepanze non nuove in periodi preelettorali.

Che fanno male soprattutto alla categoria dei sondaggisti, tanto che ieri l’Assirm, l’associazione dei maggiori istituti, ha rivolto un invito a non usare i sondaggi «come strumento di propaganda, scagliandoli, come vere armi, contro lo schieramento avverso», per dimostrare che «il proprio avversario utilizza sondaggi di parte». Con la conseguenza, ha spiegato il presidente Nando Pagnoncelli, «di dettare discredito su un’intera categoria e generare confusione tra gli elettori».

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