Federica Artina
da Milano
«Evidentemente lo stupro è ormai diventato una sorta di sport nazionale». Sono parole dure quelle pronunciate ieri dal ministro per le Riforme Roberto Calderoli. Parole amare che fotografano la triste realtà di questi giorni. Dopo gli episodi di Milano e Bologna ieri ancora sono arrivate altre denunce di violenze sessuali compiute contro minorenni. Da Lecco è arrivata ieri una storia risalente a un mese e mezzo fa: una ragazza di 16 anni di Dervio, sulla sponda lecchese del lago di Como, ha accusato quattro suoi «amici», di età compresa tra i 17 e i 21 anni, di aver abusato di lei.
La storia, però, non è chiarissima e nasconde alcune contraddizioni. Innanzitutto i ragazzi non sono stati arrestati dopo la denuncia; una decisione che ha fatto storcere il naso a molti, che ritengono ingiusto questo trattamentro «di favore» a differenza della carcerazione preventiva perpetrata ai danni dei ragazzi extracomunitari colpevoli dei reati saliti a onor di cronaca nei giorni scorsi. Ma i quattro ragazzi, uno studente e tre operai, non sono daccordo con quanto denunciato dalla minorenne. Secondo la loro versione dei fatti, avrebbero sì offerto un passaggio alla ragazza fuori dalla discoteca dove si erano incontrati, così pure avrebbero poi fatto tappa in un pub per alzare il gomito più di quanto non avessero già fatto. Ma la ragazza li avrebbe seguiti spontaneamente sulla spiaggietta lacustre dove si sarebbe consumato lo stupro, e non con la forza come da lei denunciato. Non si tratterebbe perciò di violenza, ma di rapporto consenziente. Una versione che troverebbe conferma anche negli esiti degli esami clinici effettuati allepoca, che non avrebbero riscontrato alcun segno di violenza sul corpo della ragazza.
Calderoli, però, continua a sposare la linea dura nei confronti di reati di tale natura, e non crede alle ipotesi innocentiste: «Ritengo che non ci sia poi tutta questa differenza - ha spiegato - tra quattro maggiorenni che hanno dei rapporti sessuali con una 16enne, più o meno consenziente, in preda ai fumi di alcol o droghe, e tutti quei tristi recenti episodi che hanno visto coinvolti extracomunitari che hanno violentato giovani ragazze a Milano o a Bologna».
E la polemica verte proprio in modo particolare sul trattamento riservato ai colpevoli. Calderoli è categorico: «Dovrebbero finire in carcere anche i ragazzi lecchesi, almeno finché non si saranno chiarite le cose: in alternativa, e in accordo con il giudice, i quattro potrebbero optare tra larresto in via cautelare e la sospensione androgenica per mezzo di pastiglie». Già le pastiglie, i farmaci a base di ciproterone, una sostanza in grado di inibire le pulsioni sessuali nel maschio. Una misura che renderebbe «innocui» i ragazzi, impedendo loro di reiterare il reato. Intanto bisognerà aspettare la fine dellestate per far sì che la giustizia faccia luce sulla vicenda: la prima udienza preliminare è prevista infatti per il mese di settembre.
Un altro episodio, verificatosi sabato, ha rischiato di allungare questa striscia terribile: a Crescentino, in provincia di Vercelli, un operaio di 46 anni si è introdotto con una scusa nellabitazione di un vicino di casa dove, in assenza dei genitori, ha tentato di approfittare di una quindicenne che è però riuscita a divincolarsi e a lanciare lallarme. Luomo è stato arrestato: per lui laccusa è di tentata violenza sessuale su minore.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.