Sono oltre 300mila gli italiani colpiti da artrite reumatoide

Nel nostro Paese sono più di 300 mila i malati di artrite reumatoide e di questi il 40 per cento non trae sufficiente beneficio dalle terapie oggi disponibili. Benché definita una malattia ad andamento progressivo, i danni alle articolazioni, provocati da questa patologia infiammatoria cronica, si possono sviluppare in tempi brevi: entro i primi due anni dalla diagnosi, le radiografie evidenziano lesioni articolari nel 70 per cento dei pazienti, mentre entro 10 anni il 50-80 per cento dei malati lamenta crescenti difficoltà a svolgere il proprio lavoro o le semplici attività quotidiane. Trattare l'artrite reumatoide precocemente, prima che intervengano lesioni articolari e ricercare farmaci sempre più selettivi è l'obiettivo al quale mirano oggi i reumatologi. L'industria farmaceutica Roche, impegnata da tempo nel campo della reumatologia, prova a dare una risposta: 16 studi in Italia con più di 700 pazienti coinvolti e nuovi farmaci biotecnologici in arrivo, tocilizumab e ocrelizumab che affiancheranno il già noto rituximab.

Osserva Giovanni Triolo, direttore della cattedra di reumatologia all'università di Palermo: «I pazienti vanno trattati in una fase precoce, ma il paziente arriva dallo specialista in ritardo, inoltre occorre impiegare farmaci biotecnologici come rituximab, che ha dimostrato di essere in grado di bloccare l'evoluzione del danno articolare. Ritardare l’inizio della cura con i farmaci biotecnologici può significare provocare possibili danni alle articolazioni interessate dall’artrite reumatoide».

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