«Sono come Picasso vinto dalle donne»

Il direttore d’orchestra Valery Gergiev è uno dei cento uomini più influenti del mondo, così dice la rivista Time. In piena perestrojka, assumeva la guida di un appannato teatro Marinskij di San Pietroburgo, ora gioiello della nuova Russia. Da sempre ne decide il profilo nel ruolo di general manager, direttore artistico e musicale. Number one in Russia, Gergiev è ospite d’onore in giro per il mondo. In questi giorni è in Italia. Ieri sera ha diretto l’Orchestra di Santa Cecilia di Roma (replica stasera e domani), lunedì scorso ha inaugurato la stagione della Filarmonica della Scala: un trionfo. E poiché al Marinskij è uno e trino, soddisfatto della prestazione, ha invitato la Filarmonica a casa sua, per il Festival Notti Bianche del 2012.
Gergiev, russo del Caucaso, figura internazionale, nato a Mosca, studi e ora lavoro a San Pietroburgo, rimarca puntualmente «prima di tutto sono osseta». Lo ricordò a tutto il mondo nell’estate del 2008, quando nella capitale del Sud dell’Ossezia improvvisò un concerto in memoria delle vittime dell’attacco della Georgia. Così come dopo il massacro nella scuola di Beslan intervenne con appelli tv e concerti. Non si sente un po’ attivista sociale? «No. Dirigo il Marinskij e orchestre importanti, e questo mi dà visibilità. Capita quindi che abbia una certa influenza, ma non mi sento un uomo che fa politica». Sicuramente però e una icona della nuova Russia, e in quanto tale si aspetta qualcosa dal suo Paese. «Vorrei che assieme a quelli emergenti come India, Brasile e Cina, collaborasse con Europa e Usa per migliorare il mondo. C’è gente che non ha acqua oppure non la può bere perché è inquinata». Non conoscevamo questa sua anima ecologica... «Purificando il mondo purifichiamo anche la musica, anch’essa inquinata dal rumore. Credo e spero che la Russia in tutto questo avrà un ruolo guida, almeno nella musica».
Vladimir Putin è un suo amico. Ma insieme parlano di musica classica e di cultura? «Di musica e arte in generale. Mi sembra che Putin se ne occupi più di quanto facciano in generale i politici di tutto il mondo. Ha capito perfettamente il valore dell’Ermitage, del Marinskij e del Bolshoi, e per questo è un grande sostenitore dello spettacolo». Gergiev si schermisce se gli si chiede di Time che l’ha classificato fra i 100 uomini più influenti del mondo. Ma almeno ci spiega come gli piacerebbe esercitare questo suo ascendente. «Vorrei aiutare i giovani musicisti a trovare la loro via, e i giovani in generale a capire l’essenza della musica, quella sostanza che va oltre il lento-veloce e piano-forte. Sto intensificando i concerti nelle scuole e università russe. Desidererei fare altrettanto nelle università di tutto il mondo».

E su una persona così influente chi ha avuto più influsso? «Forse mia madre. Ora potrei dire la mia bambina di sei anni e mezzo, si chiama Tamara come mia mamma. Invece le mie prime due insegnanti mi aiutarono a capire che la mia vita sarebbe stata nella e per la musica».

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