«Sono spariti i miei amici». Ma erano in spiaggia

Il giallo della famiglia veneziana data per dispersa e ritrovata in un’altra località

Stefano Filippi

nostro inviato

a Sharm el Sheik

Marito, moglie e figlia tredicenne in vacanza in Egitto che non danno notizie da sabato, il giorno degli attentati: sono le uniche notizie fornite dalla Farnesina sugli italiani dispersi a Sharm. Niente nomi, nessun altro particolare. La discrezione è stata chiesta espressamente dai familiari per non turbare la salute malferma di un parente anziano. Il ministero degli Esteri ha eretto un muro di riserbo. Che però ha contribuito ad alimentare un giallo: proprio ieri si è saputo che di un'altra famiglia si cercavano tracce sulle coste coralline del Mar Rosso. Un nucleo composto proprio da marito, moglie e figlia tredicenne in ferie in Egitto avvolti da sabato nel silenzio.
L'allarme è stato lanciato dal sindaco del loro paese, Fossò, provincia di Venezia. Guido Carraro (Margherita) era stato avvisato da un parente della famiglia, preoccupatissimo. Troppo prolungato il silenzio dei tre dal loro resort di Marsa Alam, una piccola località balneare egiziana che però non si trova nel Sinai ma sulla sponda occidentale del Mar Rosso, a circa 600 chilometri da Sharm. Per quattro giorni parenti e autorità hanno applicato il detto «nessuna nuova, buona nuova», convinti che Marsa Alam fosse troppo lontana dal luogo delle esplosioni: difficile ipotizzare un'escursione a Sharm fatta di 350 chilometri in auto fino a Hurgada, altre due ore di traghetto e ritorno.
Ieri invece Carraro ha rotto gli indugi e si è deciso a segnalare ufficialmente alla prefettura di Venezia la sparizione dei compaesani. Il prefetto ha avvertito la Farnesina. E dopo poche ore il ministero degli Esteri ha diffuso la nota sulla famiglia dispersa (che confermava le preoccupazioni dell'altro giorno) le cui caratteristiche combaciavano con quelle del nucleo veneziano.
«Conosco benissimo l'uomo scomparso e i suoi cari - dice il sindaco al telefono -, una quindicina di giorni fa sono venuti in municipio a chiedere i documenti per l'espatrio. Sono convinto che siano sempre a Marsa Alam, però non sono tipi da isolarsi dalla famiglia così tanti giorni». Carraro tace sui nomi. Ma a Fossò le voci prendono corpo. Le generalità rimbalzano a Sharm: lui si chiama Gerardo Dalla Valle, la moglie Adelaide Foresti e la figlia Giulia. Dalla Valle è impiegato nella scuola media e presidente della biblioteca comunale. Sono partiti il 15 luglio con un charter da Verona, devono tornare domani, alloggiano nella stanza 307 dell'hotel Soliman Solitaire. Quando viene raggiunto al telefono dai cronisti, di ritorno da una pacifica giornata di sole e mare sulla spiaggia di Marsa Alam, Gerardo Dalla Valle cade dalle nuvole: «Eravamo tranquilli, a mia sorella ho mandato un sms dal cellulare di mia figlia». La sorella Roberta ha detto di averne ricevuto uno ieri alle 18,40. E soltanto nel tardo pomeriggio la Farnesina ha avvertito la prefettura di Venezia (non i familiari) per poi emanare la nota in cui parla di caso risolto.
Mentre s'infittiva questo giallo, i parenti dei sei italiani morti negli attacchi terroristici di venerdì notte terminavano la dolorosa peregrinazione nei due obitori di Sharm ed El Tor per il riconoscimento dei congiunti dilaniati dagli scoppi. Anche gli ultimi due corpi, quello di Rita Privitera e Paola Bastianutti, sono stati identificati.

Il cadavere di Paola, ridotto in condizioni che non consentivano un'identificazione visiva e hanno richiesto il test del Dna, era vicino a quello della sorella Daniela. I familiari delle vittime, i quattro ragazzi siciliani e le due sorelle pugliesi, sono rientrati ieri pomeriggio. Questa sera un altro volo speciale della presidenza del Consiglio riporterà in Italia le sei salme.

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