Sorpresa, non si taglia sui regali Ogni italiano spenderà 380 euro

Babbo Natale già smentisce i menagramo che augurano agli italiani sacchi pieni di carbone. Perché - sorpresa - la crisi non inaridisce i cuori dei consumatori e soprattutto non prosciuga i portafogli. Così rivela l’ultima indagine dell’istituto Interactive Market Research: il 56 per cento degli italiani è intenzionato a investire in regali la stessa cifra dell’anno passato, in media 380 euro a testa. E c’è chi, un buon 30 per cento, è pronto a superare nel budget quota 400 euro. Un termometro importante dello stato d’animo del Paese, alla vigilia delle feste e proprio nella settimana della manovra anti-crisi varata dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
La ricerca in questione aggiunge che sei intervistati su dieci (su un campione di mille persone) si aspetta di ricevere in cambio lo stesso numero di doni rispetto a quello che farà. Segnale che la corsa agli acquisti è partita e il passo è quello giusto. Amici, colleghi di lavoro e conoscenti vengono sicuramente dopo nella lista delle priorità. I destinatari sono prevalentemente quelli della stretta cerchia familiare e, senza particolari novità rispetto allo scorso anno, gli articoli più gettonati saranno abbigliamento (57,9 per cento, seppure in forte calo), libri (54,1, un classico che «tiene»), accessori (51,6) e prodotti tecnologici (preferiti dal 41,7 degli interpellati). E, nota non marginale, prende piede l’abitudine di impiegare il denaro da destinare alle compere in beneficenza o in gesti di solidarietà, almeno così ha assicurato il 13 per cento degli italiani.
Dopotutto a tagliare sui pacchi di Natale è disposto soltanto il 20 per cento della popolazione, mentre pochi di più secondo il sito Contribuenti.it, per reagire alle finanze che languono, faranno ricorso al vecchio espediente del regalo «riciclato». Una minoranza in confronto a quell’80 per cento delle donne sentite dal centro studi Elation, convinte che la quantità e la qualità dei doni ricevuti durante lo scorso periodo natalizio non si modificherà. Per loro la molla verso gli acquisti sarà l’utilità e, solo in secondo luogo, il rapporto qualità-prezzo. Insomma, l’Italia passa alle casse senza tirare affatto la cinghia. Anche il simbolo dell’abete resiste ai venti di bufera finanziaria: quest’anno l’albero ci costerà la bellezza di 140 milioni. Con quelli naturali che dovrebbero battere per numero di esemplari venduti (6,5 milioni contro 5) quelli artificiali, confermando il trend del 2007.
Notizie confortanti, d’altronde, vengono dagli Stati Uniti dove, nonostante l’aria di recessione, nel primo week end dedicato ai saldi natalizi (quello del cosiddetto Black friday, dopo il Ringraziamento) 172 milioni di persone hanno speso in regali e generi alimentari la cifra record di 42 miliardi di dollari. Un saldo positivo del 7,2 per cento, se confrontato con lo stesso periodo di un anno fa.

Non solo statistiche e folklore: per gli analisti di mercato la giornata del Black friday è fondamentale per tastare l’indice di propensione al consumo dei cittadini americani. E da noi (ancora per lo studio Elation) la crisi è sì percepita «in un clima di incertezza generale», ma più come «paura» che come situazione reale.

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