Politica

Sorpresa: a ottobre l’Opec non trova compratori

Le raffinerie che trattano greggio di qualità più scadente stanno già lavorando al massimo delle loro possibilità

da Milano

L’Opec agli inizi di ottobre non avrebbe trovato compratori per la sua produzione extra-quota programmata per rispondere alle esigenze della domanda mondiale: il 1° ottobre, dopo l’impennata dei prezzi seguita all’uragano Katrina, l’organizzazione dei produttori aveva infatti sospeso il sistema delle quote per la prima volta dalla crisi del Golfo del 1990. Secondo quanto riferisce l’agenzia Bloomberg, però, l’attuale segretario generale dell’Opec, Adnan Shihab-Eldin, ieri al convegno di Rimini sull’energia, ha affermato che «non ci sono state richieste dalla clientela che abbiano indicato l’esigenza di una produzione aggiuntiva di petrolio». L’offerta di quote extra è valida fino al 31 dicembre, ma sembra che nessuno ne stia approfittando.
L’Organizzazione dei produttori, che estrae circa un terzo del petrolio prodotto al mondo, valuta che i suoi aderenti possano fornire giornalmente due milioni di barili in più, a sufficienza per coprire l’intero fabbisogno di una nazione come la Gran Bretagna. Nello stesso tempo l’Opec sta subendo crescenti pressioni dei Paesi consumatori perché riduca i prezzi. Il cancelliere dello scacchiere britannico, Gordon Brown, a settembre aveva affermato che gli alti prezzi sono una minaccia per l’economia mondiale e che l’Opec dovrebbe pompare più petrolio dai suoi pozzi. In due anni il costo del barile è praticamente raddoppiato passando da 30 agli oltre 60 dollari attuali.
Va comunque detto che l’unico produttore Opec in grado di aumentare la propria produzione è l’Arabia Saudita, perché gli altri Paesi stanno già producendo al limite massimo. Il ministro del Petrolio di Riad ha però avvertito che dopo l’aumento produttivo di settembre, ottobre avrebbe registrato un calo: l’Opec sta già producendo 28,5 milioni di barili al giorno (dati di settembre), contro i 28 previsti. Non solo, ma gran parte delle società di raffinazione in grado di lavorare il greggio Opec di più bassa qualità stanno già spingendo gli impianti al massimo: e questo potrebbe spiegare perché ad ottobre non c’è stato un aumento della domanda. Semplicemente le raffinerie non sono in grado di produrre di più.

E non a caso gli esperti del settore sostengono da tempo che i rialzi del prezzo sono stati determinati in primo luogo dalla carenza di capacità di raffinazione nei Paesi occidentali.

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