Sorpresa, la Rossa a due ruote è un missile

Giovanni Zamagni

da Jerez de la Frontera

Con la Honda ancora alla disperata ricerca della strada tecnica vincente da seguire, con Kawasaki e Suzuki per il momento lontane, seppure più competitive che in passato, la vera rivale della coppia Rossi-Yamaha potrebbe essere la Ducati. Una Ducati in grado di tenere testa alla Yamaha di Rossi (ed Edwards) è un elemento altamente affascinante per il mondiale, perché da anni non si vede una moto italiana in grado di tenere testa ai giapponesi nella classe regina e, soprattutto, perché alla guida della GP6 ci sono Loris Capirossi e Sete Gibernau.
«Io sono pronto – attacca Loris -. Questo sarà il mio 17° anno di mondiale e con il tempo ho imparato a preparare meglio le gare, a usare molto di più la testa che in passato, pur mantenendo invariata la mia proverbiale grinta. Io non ho paura di nessuno, nemmeno di Rossi e ho dimostrato di poterlo battere quando le condizioni tecniche me lo hanno permesso. È però presto per dire se saremo competitivi per tutto il campionato. La mia moto è cresciuta molto in queste stagioni e la GP6 è senza dubbio la miglior Ducati che io abbia mai guidato. Le gomme Bridgestone hanno fatto passi in avanti enormi e a Jerez, con oltre 30° C sull’asfalto, siamo andati veramente bene. Bisogna però vedere come si comporteranno cambiando pista e temperatura».
Proprio come in F1, il rendimento degli pneumatici sta diventando sempre più importante e nella MotoGP la sfida Michelin-Bridgestone è forse ancora più feroce che nell’automobilismo, con la casa francese che cerca di difendere una supremazia storica dagli attacchi della rivale giapponese.

Tra i motivi che hanno spinto Gibernau verso la Ducati ci sono anche i continui litigi della passata stagione di Sete con la Michelin, che lo spagnolo ha accusato, più o meno velatamente, di favorire Rossi, «Siamo arrivati a un livello migliore di quanto mi aspettassi la prima volta che sono salito sulla GP6 – confida -, ma c’è ancora molto da lavorare e la Yamaha rimane il punto di riferimento, la moto più equilibrata e quindi da battere». Al contrario del passato, Sete ha scelto un profilo basso per l’inizio di stagione. «Non voglio fare proclami, dico soltanto che dentro di me c’è una grande forza e sono pronto per lottare».

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