Sorpresa, Vendola a Bari fa il Marchionne

Barricadiero davanti ai cancelli Fiat e nei salotti tv di Fazio, in Puglia il leader di Sel è stato attaccato da Cgil, Cisl e Uil Per loro il governatore ha commesso gli stessi errori dell’ad del Lingotto. "Se non ascolta i lavoratori, scenderemo in piazza"

Sorpresa, Vendola a Bari fa il Marchionne

Roma - Barricadero a Mirafiori (a favore di telecamere), barricato a Bari. La gita di oggi pomeriggio a Torino per Nichi Vendola sarà una piccola vacanzina dall’assedio a cui è sottoposto a casa sua. Davanti ai cancelli Fiat e nei salotti tv di Fazio & Co., nichi (con la minuscola, come usa giogionescamente nel suo libro appena uscito C’è un’Italia migliore) è l’alleato dei sindacati in lotta con il neopadrone globalizzato Marchionne, ma in Puglia è proprio Vendola ad essere attaccato dai sindacalisti che poi abbraccia sui giornali nazionali.
Nei giorni scorsi le tre sigle unite, Cisl, Uil e Cgil hanno spedito un ultimatum al governatore pugliese che fa a pugni con la foto di famiglia operaia che Vendola sta facendo girare per l’Italia (con un occhio in fabbrica ma l’altro alle elezioni possibili). L’altro ieri i tre sindacati hanno tenuto una conferenza stampa «per denunciare la totale assenza di corrette relazioni sindacali con il governatore Vendola e la giunta in materie quali il riordino del sistema sanitario regionale, la ristrutturazione della rete ospedaliera, il bilancio, gli investimenti per gli enti regionali e le spese messe in campo per le politiche sanitarie e sociali, per il personale dipendente della Regione e degli enti collegati». Incredibile ma vero: Vendola parla poco (con i sindacalisti della sua terra).
I tre sindacati denunciano «l’unilateralità delle decisioni» del governatore, più o meno la stessa che ad altri livelli rinfacciano a Marchionne. E che ironicamente lo stesso Vendola, nel libro fresco di stampa, rinfaccia all’ad Fiat: «Alla base del suo approccio - spiega il presidente-letterato nel volume edito da Fandango - c’è l’idea che per competere nel mondo attuale c’è una sola strada, fondata (...) anche dall’emarginazione dei sindacati non collaborativi». Cosa ne penseranno Cgil, Cisl e Uil che si dicono «pronti a tutto (piazza e mobilitazioni, ndr) se Vendola non ascolta le istanze dei lavoratori»?
Il combinato disposto tre la retorica-poetica che è la cifra del vendolismo (una specie di riedizione anno 2010 del veltronismo) e l’incazzatura dei sindacati contro Vendola, produce effetti curiosi. Il presidente scrive che ai sindacati «non si può chiedere di rinunciare a-priori alla pratica del conflitto, pena la loro stessa esistenza», e loro, in Puglia, sembrano avergli dato pienamente retta quando denunciano, come fa il segretario regionale Uil, che Vendola «ha puntato sull’introduzione di nuove tasse, con pochissime risorse da destinare a chi realmente ne ha bisogno e, tranne rare eccezioni, senza provvedimenti atti a ridurre sostanzialmente le spese superflue della politica». Vendola, il cavallo vincente della sinistra, deve cambiare radicalmente strada, dicono i sindacalisti (che a Torino flirtano con Nichi ma a Bari lo «frecano a mazzt»), visto che «in Puglia le famiglie in difficoltà a fine mese rappresentano il 20,8% - continua il segretario Uil, Aldo Pugliese -, il 46,1% non riesce addirittura ad affrontare spese impreviste superiori a 750 euro. Intanto si ingrossano le fila di quei giovani che hanno perso ogni speranza, che sprecano il loro tempo senza studiare, senza formarsi, né lavorare. Dati e situazioni reali ben distanti dalla media nazionale».
Però in tv da Fazio, a Mirafiori e nei libri che scrive, con lavoratori e sindacati è tutto e soltanto un miele. Ieri il governatore ha riacquistato dei punti inaugurando il «Piano straordinario per la Puglia (340 milioni di euro), e prendendosi un «va bene così» dalla Cgil Puglia. Ma le questioni - sanità, bilancio regionale, tasse, sprechi per la casta pugliese - restano tutte sul tavolo del governatore, con i sindacalisti sul piede di guerra.

Che se non verranno sedotti dalle piacionerie intellettuali e con le citazioni di Uccellacci e uccellini, Shakespeare e Fernand Braudel sfoderate nel libro vendoliano, forse si illanguidiranno con gli spettri di Marx, in cui Vendola crede fermamente: «È venuto forse il tempo di riappropriarsi dei potenti strumenti di analisi elaborati più di un secolo fa dal grande filosofo tedesco», scrive il letterato con l’orecchino. Così, sarà ancora più acuto il paradosso di un barricadero, marxista, assediato dai sindacalisti.

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