Sotto accusa i saldi nella spiaggia di Tursi

Sotto accusa i saldi nella spiaggia di Tursi

(...) È l’ennesima storia di ordinaria assurdità a Genova. Ma andiamo con ordine e cominciamo dai soldi. Entro marzo la società controllata dal Comune, che per la città gestisce la raccolta differenziata, ma anche la gestione dei tre arenili civici - San Nazaro in corso Italia, Scogliera di Nervi e Janua di Vesima -, richiede agli abbonati che affittano posto spiaggia, sdraio e cabine, di versare il dovuto per tutt l’anno, cioè millecentonovanta euro, nel caso di corso Italia. Qualcuno borbotta contro il carovita, ma alla fine paga. Poi, un paio di settimane fa l’Amiu lancia, proprio contro il caro vita, un «due per uno», cioè propone posti spiaggia a prezzi scontati per i mesi di luglio e agosto. Ed è qui che scatta la protesta del popolo degli arenili comunali, gente che da decenni paga, salato, a Tursi l’affitto per un posto al sole sui lidi civici e ora si sente scavalcata da chi, come nel caso dei saldi di fine stagione, paga meno della metà un prodotto che gli altri, solo poco tempo prima, hanno acquistato a prezzo pieno. Solo, però, che i saldi si fanno a fine stagione, cioè quando «l’estate sta finendo», invece in questo caso l’Amiu fa sconti nel pieno del solleone, quando tutti vanno in ferie e vogliono stendersi sulla spiaggia, magari dimenticando per qualche ora gli affanni del caro vita. «Ma come faccio a dimenticare il salasso con fregatura che mi ha rifilato l’Amiu - sbotta Cristina Rota da sedici anni affezionata cliente dei bagni San Nazaro di corso Italia -. A marzo - conferma - abbiamo versato millecentonovanta euro per un pezzetto di spiaggia, con sdraio e cabina. Nel contratto sono compresi anche i mesi non estivi, quando è difficili usufruire della spiaggia. Ora l’Amiu ha lanciato quest’offerta «due per uno», con offerte tra i trecento e i seicento euro per due mesi ingresso alle spiagge comunali, compresivi di cabine e lettino. Una cosa che noi abbonati “storici” consideriamo una scorrettezza». Tanto che tra gli ombrelloni è stata subito organizzata una petizione per chiedere chiarimenti alla società di gestione. «Abbiamo raccolto più di trecento firme, ma dall’Amiu, fino ad oggi non sono arrivate risposte». La «scorrettezza», tra l’altro è ampiamente pubblicizzata sui media cittadini e anche sul sito dell’Amiu (www.amiu.genova.it). Il caso finirà anche in Consiglio comunale attraverso un’interrogazione del consigliere biasiottiano Franco De Beneditis. «Ho raccolto - spiega - le proteste di citatdini che si sentono presi in giro dalla gestione delle spiagge comunali.

L’amministrazione dovrà chiarire anche queste scelte». Intanto i cittadini-bagnanti annunciano battaglia. «Non lasceremo passare questa ingiustizia - dicono -. C’è chi da più di quarant’anni affitta questa spiaggia e un po’ di considerazione la merita». Appunto.

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