Sotto accusa l’appendice al contratto di servizio che affida all’agenzia la gestione delle licenze per i taxi, gli Ncc e le «botticelle»

Ormai sta diventando un fastidioso ritornello: il Comune appalta un monitoraggio all’Authority per il Controllo e la qualità dei servizi pubblici locali. L’organismo presieduto da Carlo Leon lo realizza, con esiti che però per il Campidoglio sono quasi sempre negativi. Risultato: il rapporto viene «nascosto» sul sito internet dell’agenzia, comparendo fugacemente sulla home page per poi scivolare nelle retrovie. Questa volta le noti dolenti riguardano il parere fornito dall’Authority sull’Appendice al contratto di servizio per la «Gestione della Mobilità Privata tra il Comune di Roma e Atac spa», valido dal 1° novembre 2007 al 31 dicembre 2011. Di quale servizio si tratta? Di quello specificato da qualche giorno sul sito dell’agenzia per la mobilità capitolina: «Dal 1° gennaio Atac è incaricata del servizio di gestione delle licenze, rilasciate dal Comune di Roma, per il trasporto pubblico non di linea: taxi, noleggio con conducente (Ncc) e veicoli a trazione animale (le “botticelle”)». Cioè del servizio che «l'addendum» (appendice) sopra menzionato disciplina e la cui gestione (dopo molte polemiche) è ora passata dal VII Dipartimento (Mobilità) ad Atac. Cliccando si apre una pagina con i moduli (scaricabili direttamente on line) riservati agli operatori del settore: richieste, rinnovi e trasferimenti di licenze per taxi, Ncc e «botticelle»; immatricolazione dei veicoli, collaborazioni familiari, rilascio certificati vari e così via.
Ma nell’appendice al contratto tra Campidoglio e Atac, l’Agenzia per la qualità dei servizi pubblici locali individua numerose pecche. In primis quella su alcuni costi: «A fronte dei servizi - si legge a pagina 9 del Parere - oggetto dell’Addendum, l’Amministrazione riconoscerà ad Atac un corrispettivo annuo di 616.441,95 euro». Di questi, 15mila destinati a un monitoraggio della qualità percepita. Ma l’Authority obietta che «la natura dei servizi e l’utenza cui sono rivolti (circa 10mila titolari) è tale da non giustificare un così elevato importo». A pagina 4 arriva un’altra bacchettata: «L’elencazione delle attività trasferite (ad Atac, ndr) per ciascuno dei quattro servizi - Taxi, Ncc con autovetture e con autobus, vetture a trazione animale - non sempre appare esaustiva (...). In particolare andrebbero aggiunte...». E giù una serie di correttivi (solo alcuni dei quali accolti).
Per quanto riguarda i taxi, secondo l’Authority inoltre «andrebbe trasferita ad Atac l’attività di gestione del Cambio Turno». A pagina 5, in neretto, una nota recita: «Specificare che le Determinazioni Dirigenziali vengono ancora assunte dall’amministrazione comunale». Ancora, considerando come i Regolamenti comunali impongano agli operatori del settore di corrispondere eventuali tasse per il rilascio e il rinnovo di licenze o autorizzazioni, la nota 3 avverte: «Vanno chiarite le modalità di pagamento di eventuali “tasse” comunali e la loro destinazione».
L'ultima criticità significativa è quella sulla verifica della qualità del servizio. L’Authority esorta a modificare il punto 6 dell’«Addendum» («Qualità dei servizi e delle prestazioni»), e a prevedere che ci sia almeno un impegno di miglioramento per le quattro strutture funzionali (Sportello al pubblico, telematico e interno; gestione amministrativa-comunicazione e informazione) e un relativo indicatore di qualità.

«Poiché per due di questi, il numero verde e il sito internet, l’Agenzia ha prodotto specifici studi sottolineando la necessità di misurarne le performance». Peccato che a leggerli, sia rimasto solo qualche incallito «internauta».

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