Cultura e Spettacoli

Sotto Colle Oppio spunta un mega-mosaico

Lì, nel primo secolo dopo Cristo, le Muse erano ancora di casa, e volentieri accoglievano nel loro incantevole «salotto» gli antichi romani colti, amanti della musica e delle parole alate. Lì, ieri, Roma ha offerto al mondo il suo ennesimo tesoro archeologico: un mosaico parietale lungo circa sedici metri e alto due (ma che pare scenda nel sottosuolo per altri dieci metri) sul quale spicca, nelle vesti di orgoglioso anfitrione, niente meno che Apollo. Nudo, con il manto sulla spalla e la cetra sul braccio sinistro, i muscoli del torace e dell’addome rappresentati con gli effetti in chiaroscuro dati da tessere di tre gradazioni di colore, gli fanno compagnia altre figure, tre femminili (evidentemente muse) e due maschili, di cui uno vestito alla greca ma senza barba.
Siamo sul Colle Oppio, all’interno della galleria sud-occidentale sotto le Terme di Traiano e sopra la Domus Aurea, quindi in uno dei tanti epicentri delle meraviglie dell’Urbe. Da ricordare che nei pressi, soltanto tredici anni fa era emerso l’affresco della «Città ideale». E da notare anche che questa galleria era stata utilizzata, fino agli anni Novanta, come deposito del Servizio Giardini dell’Ama e quindi riempita di terra, vecchie panchine e attrezzi, nella consueta (e inevitabile) commistione romana fra antico e moderno.
«Sono emozionato, soddisfatto e orgoglioso per un simile risultato dello scavo che, interrotto nel 1998, abbiamo ripreso nel 2010», ha detto l’assessore capitolino alla Cultura Dino Gasperini presentando il risultato delle ricerche in compagnia di Umberto Broccoli, a capo della sovrintendenza ai beni culturali del Comune che ha portato avanti gli scavi. «Faremo al più presto - ha proseguito Gasperini - una variazione di bilancio per avere i 200mila euro necessari a proseguire gli scavi e a rendere fruibile l’area al pubblico». Poi serviranno altri 480mila euro per portare alla luce l’intera opera.
«Questo ritrovamento - ha commentato il sindaco Gianni Alemanno - ci deve far riflettere sull’immenso patrimonio di storia e arte che dobbiamo non solo difendere, ma rendere sempre più fruibile al grande pubblico.

Ora dobbiamo fare un ulteriore sforzo per trovare le adeguate risorse finanziarie per proseguire nei lavori e aprire il cantiere al pubblico».

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