Sotto lalbero di Natale del sindaco Alemanno è stato messo un «regalino» che ha già fatto felici tutti i suoi concittadini. A spedirlo sono stati i ricercatori che collaborano con il Sole 24 Ore per redigere la classifica della qualità della vita nei capoluoghi di provincia. La classifica pubblicata ieri è ancora generica (si parla diffusamente soltanto della vincitrice Trieste) ma già si può trarre quale elemento utile per inquadrare il lavoro dei nostri amministratori che hanno fatto sì che la città passasse dal 28° al 24° posto. Non è molto, penserà qualcuno. È invece un dato significato se letto alla luce di alcuni elementi macro-economici. Non va dimenticato infatti che gestire una grande città comporta sempre difficoltà sconosciute agli amministratori dei piccoli centri, soprattutto in tempi di crisi economica e di taglio alle risorse degli enti locali.
I dati che compongono il giudizio sulla singola città vengono raccolti in sei campi differenti: «tenore di vita», «affari e lavori», «ordine pubblico», «servizi e ambiente», «popolazione» e «tempo libero».
Ovviamente il costo della casa tiene alto il punteggio romano nella prima categoria (dall11° al sesto posto). Nel secondo comparto la capitale è sempre stata in difficoltà. Qui si giudicano nuove imprese, fallimenti, protesti e - soprattutto - disoccupazione. Roma non procede ma è anche vero che è il settore dove minori sono le responsabilità degli amministratori locali (dal 63° al 72 ° posto). Anche per quanto riguarda l«ordine pubblico» Roma frequenta la bassa classifica (dal 98° al 103° posto pur davanti a Torino, Milano e Genova). Significativo il risultato ottenuto nel settore «servizi e ambiente». Qui la capitale passa dal settimo al quarto posto dimostrando unattenzione per le questioni ambientali ben più efficace di quella delle amministrazioni che hanno governato fino al 2008.
Il record di sale cinematografiche e di teatri non salva la Città Eterna nella categoria «tempo libero». Qui si scivola dal 14° al 21° posto. Si legge, infatti, poco da noi e si pratica attività sportive in misura inferiore rispetto alla media nazionale. Anche la categoria «popolazione» Roma non svetta anche se è significativo il suo andamento: dal 39° al 28° posto. Qui si analizzano i flussi demografici: sostanzialmente è la cartina di tornasole della vivibilità di una città. Rispetto alla media nazionale sono in numero inferiore le fughe dalla città e soprattutto aumenta la popolazione. «Questi dati positivi - commenta Dario Rossini, capogruppo Pdl in Consiglio comunale - fanno il paio con la diminuzione dei reati registrata sul territorio».
«Lavanzamento generale della Capitale in graduatoria - aggiunge lo stesso Alemanno -, e in particolare i miglioramenti in alcune macro aree come quella sul tenore di vita, dove Roma è sesta e compete con le province del Nord, e in servizi e ambiente, dove siamo al quarto posto, non può che rassicurarci sulla efficacia del nostro impegno».
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