Sul piano casa Francesco Rutelli apre, proprio mentre Dario Franceschini chiude fragorosamente. «Purtroppo è peggio di quel che aveva annunciato Berlusconi», attacca il leader del Pd, secondo il quale il piano rischia di essere «una devastazione per le nostre città» ed è «palesemente incostituzionale», perché interviene su una materia «di competenza regionale e con il decreto le istituzioni locali sarebbero scavalcate». Franceschini ricorda che il Pd aveva dato una sua «disponibilità» ad analizzare «nel merito» le proposte del governo in materia e «a discutere su misure di semplificazione burocratica e di norme per la ricostruzione di vecchi edifici in periferia e anche di un meccanismo di aumento delle cubature, allinterno delle norme urbanistiche». Ma ora che il piano è stato presentato «è tutto drammaticamente più chiaro: è unoperazione priva di senso e una devastazione del territorio italiano» che non troverà ascolto e sponda nel Pd.
A dare manforte al leader Pd sono ambientalisti come Ermete Realacci («Il piano del governo è una vergogna peggiore di ogni più nera previsione») e ex ministri come Giovanna Melandri («La deregulation selvaggia non serve allItalia»). Mentre il Pdl accusa Franceschini di «approccio ideologico». «A mostrare disponibilità al dialogo, proprio ieri mattina, era stato invece Francesco Rutelli. Che, in unintervista al «Messaggero», sottolinea che il piano casa può servire a contrastare la crisi e «dare una spinta alleconomia», a patto che non si scavalchino le Regioni e si realizzi dentro «un quadro di regole precise e sanzioni credibili». Secondo lex vicepremier del Pd, «demolizioni e ricostruzioni remunerate con maggiori cubature e criteri di sostenibilità ambientale vanno nella direzione giusta», perché «cè un vasto parco edilizio da rinnovare, cè lavoro per la filiera edilizia mentre si migliorano le città e si riduce la bolletta».
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