Spagna e fisco Solo Platini può fermarli

di Franco Ordine

Si è svegliato anche Michel Platini, finalmente. Quello che è accaduto negli ultimi giorni, nel triangolo delle bermuda, tra Milano, Madrid e Manchester cioè, segnerà in modo decisivo la storia del calcio-mercato mondiale. Il club campione del mondo in carica, l’United, e il Milan che aveva raggiunto lo stesso traguardo nel 2007, hanno ceduto a un loro concorrente diretto, il Real Madrid, i rispettivi numeri uno, Kakà e Cristiano Ronaldo. Motivazioni identica per entrambe le operazioni: risistemare i bilanci in sofferenza. «È una priorità dell’Uefa mettere in atto delle regole che permettano di avviare il risanamento del nostro calcio» il commento molto “democristiano“, mai citato il Real Madrid nè la politica del suo presidente. Che, ripetiamolo, non spende il patrimonio personale, ma soldi delle banche iscritti a debito nel bilancio del club.
Forse è venuto il momento di porre mano alla questione, visto che tutti gareggiano oltre che nei rispettivi tornei domestici, in Champions league. Chi potrà fermare l’armata madridista l’anno venturo? È vero, collezionare «galacticos» non equivale a garanzia di successo, ma ci si va molto vicini. Presentarsi alla prossima edizione col trio delle meraviglie Cristiano Ronaldo, Kakà e David Villa è un bel biglietto da visita. «Con la fiscalità spagnola, il Milan avrebbe 42 milioni di risorse in più all’anno» il calcolo preparato da Adriano Galliani, da anni sulle barricate, inutilmente, per segnalare il vantaggio del calcio spagnolo.

Il suo grido di dolore non è passato, su giornali e tv, perchè risulterebbe difficile per qualsiasi governo nazionale introdurre, in piena crisi economica, una riforma che riduca la tassazione per un ricco calciatore e mantenga inalterata quella riservata a un impiegato italiano o inglese. E allora?
Solo Platini può fare qualcosa, oggi o mai più.

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