Madrid - I vescovi spagnoli sono scesi in campo di nuovo contro il governo socialista di José Luis Zapatero, che in questi quattro anni ha dato non pochi dispiaceri alla Chiesa cattolica. La Conferenza episcopale spagnola (Cee) ha lanciato ieri un messaggio «ai cattolici e a coloro che desiderano ascoltarli» in vista delle elezioni politiche del prossimo 9 marzo per ribadire che «non tutti i programmi sono ugualmente compatibili con la fede». La Cee ha ricordato che un cattolico non dovrebbe votare per quei partiti che dialogano con i terroristi dell’Eta e che sostengono i matrimoni che non siano quelli tra due persone di sesso opposto. Dall’episcopato parole di condanna per chi «non rispetta la vita umana in tutte le sue tappe», per chi rende più difficile l'insegnamento della religione a scuola, per chi ricorre alla «manipolazione storica».
Senza citare una sola volta il Partito socialista (Psoe) o quello popolare (Pp) all’opposizione, i vescovi hanno indicato chiaramente di preferire il Pp, comunque non esente da critiche velate non essendosi opposto alla legge sull'aborto e perché Valencia, governata dai popolari, ha dato il via alla clonazione terapeutica. Al Psoe si imputano i contatti con il terrorismo, «una pratica intrinsecamente perversa, del tutto incompatibile con una visione morale di vita giusta e ragionevole» e che «nessuno può avere come interlocutore politico». L’indice è puntato su Zapatero, che ha fatto del dialogo con l’Eta - teso a raggiungere una fine pacifica del conflitto - la chiave di volta della sua legislatura. A un negoziato con i terroristi baschi si è sempre opposto il Pp, che più volte ha ricordato come alla mano testa del governo l’Eta abbia risposto un anno fa con l'attentato dell’aeroporto di Barajas.
La Conferencia ha poi ricordato che bisogna promuovere il matrimonio evitando di introdurre «altre forme di unione che lo destabilizzerebbero». Un chiaro riferimento ai matrimoni gay favoriti da Zapatero. I vescovi citano anche una delle leggi socialiste a loro più indigeste, quella della «Educación para la Ciudadanía», una sorta di educazione civica, perché, dicono, «lede il diritto dei genitori a formare i propri figli seguendo le proprie convinzioni religiose».
Insomma un'altra dura presa di posizione antigovernativa dopo quella dello scorso 30 dicembre quando la Cee riunì centinaia di migliaia di persone a Madrid per la Giornata della famiglia. In quell’occasione l'arcivescovo di Valencia disse che il laicismo radicale conduce «alla dissoluzione della democrazia».
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