La Spagna vuole riscrivere il kamasutra degli schemi

Spettacolo, genialità e velocità: ecco il nuovo "calcio totale" delle Furie rosse. Che differenza dai campionati nazionali dove la tattica ha oscurato il bel gioco. Del Bosque: "L'Olanda è squadra d'attacco. Non ci aspetterà come l'Inter di Mourinho"

Compito per le vacanze: provate a trovare un calciatore della nazionale spagnola che non sappia toccare il pallone come si deve. Risoluzione: Juan Capdevila Mendez nato a Tarrega, il tre di febbraio del Settantotto. Eccolo il colpevole, ecco l’anello debole, ecco il più vecchio della brigata di Del Bosque, il meno dotato tecnicamente. Non si può avere tutto dalla vita, figuratevi dal calcio. Ma pochi, quasi nessuno, si accorge della piccola macchia sul «traje de luce» del torero spagnolo, nove uomini su undici (Casillas resta fuori dal gioco ma è stato decisivo finora) offrono spettacolo di football, piede educato, azioni veloci, combinate, geniali, la coppia catalana e blaugrana Xavi-Iniesta non ha rivali in campo mondiale, al punto che per loro viene sacrificato Fabregas che è il centrocampista più desiderato del mercato europeo. Alle spalle dei due di Guardiola fanno la diga Busquets, in assoluto il migliore finora, e Xabi Alonso, una volta dicevasi lavoratore oscuro, ambulanza per qualsiasi emergenza. È calcio totale, non anarchico come quello olandese dei tempi belli e hippie, ma gioco che coinvolge tutta la squadra anche se non mancano gli scettici, quelli che considerano il mondiale mediocre e forse si sono dimenticati di quello che offrono i vari campionati nazionali, laddove la tattica ha messo da parte la tecnica, il kamasutra degli schemi ha oscurato l’amore per il gioco della palla. La Spagna è la proiezione, meno fantasiosa e presuntuosa, del Barcellona e del Real Madrid. Non avendo né Higuain, né Messi, per citare gli uomini gol dei due squadroni, Del Bosque ha puntato per un certo periodo su Torres e poi ha ovviato con la velocità di Pedro per fare coppia con Villa. Il problema di Torres, secondo la stampa spagnola, è soltanto psicologica. Il bambino gioca un football «acelerado», va troppo di fretta, quando non segna si innervosisce, si intestardisce, cerca la soluzione difficile mentre sarebbe meglio andare via sciolto, spiccio. Del Bosque lo ha capito e per questo ha preferito mandarlo in panchina nella partita chiave, la semifinale contro la Germania, preferendogli appunto Pedro. Per spiegare o capire il caso Torres basta controllare i numeri: nel Liverpool ha giocato 79 partite realizzando 56 gol, nella nazionale conta lo stesso numero di presenze con un totale di 24 reti, meno della metà dunque della sua andatura in premier. D’accordo, le difese del campionato inglese non sono come quelle delle avversarie finora incontrate dalla Spagna ma il divario di prestazioni di Torres è evidente e l’attacco della nazionale di Del Bosque paga questo deficit psicologico del suo uomo più prezioso. Manca alla nazionale campione d’Europa un’alternativa di spessore, poteva esserlo Raul ma Del Bosque (che ieri ha ricevuto la telefonata di re Juan Carlos) ha preferito lasciarlo a casa e il mercato gli ha dato ragione, Mourinho lo ha tolto tra i preferiti e Raul, dopo sedici anni di Real e 323 gol (miglior realizzatore di sempre) ha firmato per lo Schalke 04. Forse, viste i problemi di Torres, sarebbe stato l’uomo giusto nel momento giusto, a completare una carriera eccezionale ma la Spagna può permettersi questo tipo di lusso. Gioca un calcio immediato e, al tempo stesso, logico e studiato, ha una difesa all’italiana (dei bei tempi intendo) e, come detto, il miglior centrocampo del mondo. A proposito, hanno chiesto a Del Bosque se teme un’Olanda stile Inter, visto che Mourinho è stato l’unico a neutralizzare il Barcellona: «Non credo - ha risposto -. Non credo che l’Olanda stia lì ad aspettarci».

A parte la liceità della risposta, la media età di 25,9 anni, lievitata da Puyol e Capdevila entrambi trentaduenni) spiega la sua freschezza, i 149 titoli conquistati, tra campionati e coppe, dai componenti la rosa sono la chiave per comprendere la maturazione della squadra (che in caso di vittoria metterebbe in tasca un premio di 600mila euro ciascuno). Un’eventuale sconfitta, stasera contro l’Olanda, non annullerebbe la qualità del gioco spagnolo. Che è poi la sua carta di identità rispetto ai passaporti scaduti o taroccati di altre nazionali.

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