Waris ha gli occhi che brillano. Il sorrido dolce, lo sguardo intenso. La aspettavano per l8 marzo a Bruxelles. Ma non era per ammirare la sua bellezza. Niente passerelle. Waris le aveva abbandonate già da un po. La Commissione europea laveva invitata per sentirla parlare delle donne, nel giorno dedicato a loro. Perché Waris Dirie, 43 anni, somala di nascita, europea d'adozione, non è una modella qualsiasi. Dietro a quella pelle d'ebano, al corpo sinuoso, alle movenze che hanno portato i vertici della Revlon a definirla «la donna più bella del mondo», dietro a tutto questo si nasconde la battaglia contro linfibulazione, lotte contro le violazioni fisiche e psicologiche ai danni delle donne.
Ma Waris di tutto questo oggi potrebbe non parlare a Bruxelles, come non è riuscita a ricevere ieri il premio che avrebbero voluto darle per il suo impegno, a Kerkrade, in Olanda. Perché per tre giorni di lei si sono perse le tracce. Un portavoce della procura belga ha riferito che la donna è stata finalmente ritrovata, dopo giorni di ansia e ricerche. Ma sulla sua sparizione resta il mistero. Dovè finita per tre giorni? Cosa è successo mentre crescevano i timori per la sua sorte? Una sparizione «inquietante» lhanno definita le autorità belghe, anche perché segue il caso di unaltra ex modella, Katoucha Niane, scomparsa a Parigi un mese fa, famosa anche lei per limpegno a favore delle donne, e poi ritrovata annegata nella Senna.
Sparita, sparita nel nulla. Per tre giorni di Waris non si sono più avute notizie. Martedì notte pare che lex modella si trovasse in un club della capitale belga. Lo aveva lasciato verso mezzanotte. Poi larrivo in taxi in hotel. Ma qualcosa non ha funzionato: lalbergo non era il suo, la modella forse si era sbagliata e posto per lei non ce nera. Raccontano che fosse confusa e arrabbiata. Così sono cominciati i tentativi di trovare unaltra sistemazione notturna. Ma il nervosismo cresceva: il portiere aveva persino chiamato la polizia. Gli agenti hanno tentato di aiutarla, provato a condurla verso un altro hotel. Lì una discussione accesa. E improvvisamente lei è saltata su un taxi, erano le tre di notte. Da allora più nessuna traccia. Fino allannuncio del ritrovamento nella tarda serata di ieri.
Waris non è solo una delle modelle più belle e conosciute del mondo (ha lavorato con Levis, lOreal, Chanel, ha anche girato Agente 007, Zona Pericolo). È diventata unex modella «impegnata», unespressione abusata, che però racconta del suo approdo alle Nazioni Unite, come ambasciatrice per i diritti delle donne, dopo un percorso di vita difficile quanto comune tra chi arriva dallAfrica o dal Medio Oriente. Da bambina, infatti, alletà di appena 5 anni, la madre, come vuole tradizione, credenza e superstizione, la affidò a una delle donne di paese, perché si sottoponesse allinfibulazione, la cucitura o il taglio dei genitali, considerata nelle realtà tribali e in alcune aree del mondo musulmano il modo per portare le giovani, «pure», al matrimonio e regalare la loro verginità ai mariti. Le donne di paese si improvvisano infermiere e agiscono con coltelli, ignorando le minime condizioni igieniche.
«Combatto ogni giorno per capire perché mi è successa questa cosa così crudele e terribile» ha detto lei stessa. Poi a tredici anni un altro abuso: fu costretta a «sposare un vecchio», come ha raccontato lei stessa.
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