da Genova
I pm non avevano dubbi: quelle due molotov erano comparse improvvisamente e misteriosamente tra le «armi» sequestrate ai no global durante lirruzione alla scuola Diaz di Genova nellultimo giorno del G8. Ora nessuno invece ha dubbi: quelle due stesse molotov sono scomparse. Tra i corpi di reato non ci sono. Erano uno degli elementi daccusa a carico dei poliziotti, che avrebbero falsificato le prove contro i no global, ma ieri erano ufficialmente spariti. Perché dovevano essere in aula, per essere visionate dai due testimoni chiave delludienza.
Ma quando gli avvocati Silvio Romanelli e Di Bugno, difensori di alcuni poliziotti sotto accusa, hanno chiesto al presidente del tribunale Gabrio Barone di poter sottoporre le molotov ai testi, il pm Enrico Zucca ha detto: «In questo momento non ci sono, andiamo a prenderle». Conciliaboli, imbarazzi, commenti tra il pepato e il divertito. Poi la decisione di convocare laddetto alla conservazione dei corpi di reato. Che, arrivato in aula, ha spiegato che lui, di molotov non ne ha mai viste, nessuno gliene ha mai consegnate, tanto che nellelenco degli oggetti a lui affidati non sono inserite. «Però ho venti scatoloni sigillati con il materiale del G8, chissà cosa cè là dentro», ha lasciato aperta una speranza. In questura una rapida ricerca non ha portato notizie migliori. Così ieri pomeriggio alle 14 si è deciso di rinviare ludienza.
I due testimoni chiave dovranno ricomparire. E tra gli interrogati ci sarà anche lautista del commissario che dichiarò di aver raccolto nel pomeriggio dello stesso giorno due bottiglie incendiarie in unaiuola. Una deposizione che spinse i magistrati ad accusare di falso tutti i poliziotti che firmarono il verbale di sequestro della Diaz. Perché, appunto, quelle due molotov trovate per strada erano poi ricomparse stranamente tra gli oggetti sequestrati ai no global dopo lirruzione (ma non cè ancora conferma che siano le stesse).
Senza quelle due bottiglie però, laccusa non regge. «È curioso che si chieda di riconoscere qualcosa a un teste, e poi questo qualcosa non cè», sottolinea lavvocato Romanelli. Mentre il collega Piero Porciani gli fa eco: «Non è lunica cosa anomala di questo processo». Il pm Enrico Zucca in istruttoria aveva mostrato ai due testi le foto delle molotov. «Le fotografie non possono sostituire loggetto - graffia Alfredo Biondi, dalla batteria dei difensori che comprende anche Giorgio Zunino e Maurizio Mascia -. Siamo di fronte a un caso di contumacia delle prove». Tutto rinviato a oggi.
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