Specializzato in rapine con l’esplosivo

Arrestata la «primula rossa» delle rapine all’esplosivo. Era considerato il «maestro dell’acetilene» ed era il capo indiscusso di una batteria di rapinatori specializzata nel furto con scasso, o meglio col «botto», di bancomat e casse continue.
Dopo ogni esplosione la gang scompariva nel nulla con decine di migliaia di euro di bottino. Gli ultimi due colpi, la scorsa settimana, portati a segno alla cassaforte del supermercato Eurospin nel quartiere Nuova Florida, Ardea, e alla Gs di Nettuno, sono quelli che fanno scattare indagini mirate. Tecnica, scelta dell’obiettivo e altri particolari «significativi» per gli inquirenti li indirizzano nella zona detta Le Salzare, tristemente nota per l’agghiacciante scoperta, nel 2001, della «discarica degli orrori». Non solo bare scoperchiate e scheletri dissepolti: in un villino appartenente a un pregiudicato del posto, Claudio Di Costanzo, 47 anni, si nasconde anche Marco Dell’Unto, 35 anni e una sfilza di precedenti penali. Nonostante l’età Dell’Unto colleziona decine di rapine e furti con scasso tra il 2003 e il 2007 in tutto il Basso Lazio. «Era latitante da un anno - spiega il tenente dei carabinieri Claudio Palombo, sostituto comandante della compagnia di Anzio - deve scontare 20 anni di reclusione per un cumulo di pene inflitte in vari procedimenti penali. I reati? Sempre gli stessi: rapina aggravata e furto».
Un personaggio entrato da tempo nel giro della malavita romana dei «cassettari», esperti nell’aprire caveau e cassaforti per altri inespugnabili. Erede di ben altri «maestri», Dell’Unto era svanito nel nulla dalla sua abitazione di Nettuno alla notizia delle condanne. Nonostante la latitanza non aveva mai abbandonato il mestiere di scassinatore. Anzi. Per sopportare al meglio i costi della nuova identità aveva incrementato gli affari sventrando bancomat di numerose agenzie locali, postamat, centri commerciali. Quando i militari della stazione di Ardea, comandati dal maresciallo Landi, bussano all’abitazione di Di Costanzo trovano Dell’Unto nascosto in una stanza al pianterreno alle prese con un cannello in ottone e due bombole di gas. «Segno evidente - aggiungono gli inquirenti - che stava preparando un altro colpo».
Nella villa, inoltre, sono state recuperate due moto e una targa rubate, una parrucca e vari indumenti utilizzati durante le rapine. Da accertare ancora il nascondiglio delle armi spesso usate dalla banda durante gli assalti agli uffici postali e supermarket e il numero esatto dei nuovi colpi effettuati dal ricercato. «Un elemento sicuramente di spessore nell’ambiente criminale locale - conclude il tenente Palombo - a cui davamo la caccia da tempo». Una tecnica, quella dell’acetilene, impiegata da molti criminali ma solo da alcuni con «professionalità» e perizia. Il rischio di distruggere le banconote o farle macchiare di inchiostro indelebile spesso rende vana l’impresa.
Il gas viene immesso attraverso le stesse feritoie dalle quali viene distribuito il denaro al correntista. Una volta saturato l’interno della cassa blindata basta un innesco elettrico per far saltare in aria lo sportello e prelevare i soldi.

«Dell’Unto - chiosano i carabinieri - calcolava ogni rischio e riusciva quasi sempre nell’impresa». Di Costanzo, anche lui pregiudicato per gli stessi reati, è stato arrestato assieme a Dell’Unto per favoreggiamento e ricettazione.
yuri9206@libero.it

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica