«Al mio segnale scatenate linferno...». Ecco la Sora Menica era proprio questo che non doveva fare: staccare la spina della tv proprio nel momento in cui il generale romano Massimo Decimo Meridio, o Russel Crowe, sale in sella nellalba nebbiosa della battaglia per combattere gli odiati Marcomanni. Perché il marito lha presa sul serio. E appena la spina ha gettato nel buio la sua tv linferno lo ha scatenato veramente. Così un villino di via Delia, zona Tor Sapienza, si è trasformato in un attimo nella rada di Laugaricio, anno 179 dopo Cristo, di qua le legioni romane, di là i guerrieri Quadi e la Sora Menica di complemento. Era la centoventesima volta che S.S., il capofamiglia, un quarantacinquenne pregiudicato, stava guardando il dvd del «Gladiatore», ma era come se fosse la prima volta. Così nel pieno trance da battaglia quando i figli per sbaglio gli hanno staccato la presa scart lui se nè uscito con una frase che pochi lì per lì hanno capito, «mi chiamo Massimo Decimo Meridio e avrò la mia vendetta, in questa vita o nell'altra». Uno dei figli, quello di undici anni, sè beccato in mancanza del gladius, un manico di scopa dritto sparato sullavambraccio, laltro lha scampata solo trovando rifugio nella boscaglia sotto la protezione di Ballomar il marcomanno.
E quando la moglie, la Sora Menica, ha cercato di mettere pace come Lucilla tra le fazioni in guerra il gladiatore de noantri sè infastidito ancora di più e al posto della scopa ha imbracciato un fucile ad aria compressa caricato a piombo puntandolo contro moglie e i figli. Gli agenti del Reparto Volanti, chiamate da un vicino, arrivati nella villetta hanno trovato il Gladiatore in evidente stato dagitazione in piedi sul letto nella cameretta dei figli come nellarena del Colosseo: nellarsenale custodiva altri due fucili ad aria compressa e una pistola clandestina con la matricola abrasa, nascosta nel porta pane della cucina. Luomo è stato arrestato per detenzione di arma clandestina e minacce aggravate. Ma ha dimostrato, almeno così dice lui, forza e onore
Sono cose che capitano, ma di solito quando cè la partita. Gualberto Rodriguez, un tipo silenzioso, che fa il falegname, e vive nello sperduto villaggio di Nauta, in Perù, non è mai stato una bestia, ma a volte basta niente, un gesto sbagliato, per diventarlo. Spegnergli la tv, appunto. Mentre Passarella sta tirando una punizione dal limite o Sirakov ha appena trovato la corsia del contropiede. Gualberto ha ucciso la moglie con una bottigliata in testa, secca come un tiro di Valdano, solo perché gli ha schiacciato il bottoncino dell'off facendogli sparire la partita, Argentina-Bulgaria, mondiali 86, dallo schermo. Poi è tornato a guardarsi il secondo tempo, come se niente fosse.
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