Per una volta lorgoglio nazionale viene lasciato da parte. Mosca ha bisogno dellaiuto internazionale per salvare i 7 marinai e il mondo risponde. Il vicino Giappone, come è ovvio: Tokio fa partire subito 4 navi di soccorso, ma la distanza da percorrere è considerevole e il loro arrivo al largo della Kamciatka è previsto per lunedì. Troppo tardi. Anche la Gran Bretagna si mette a disposizione, ma solo gli Usa sembrano possedere il mezzo capace di liberare il batiscafo bloccato dalle reti dei pescatori o, verosimilmente, incastrato tra alcuni cavi dacciaio. Quel mezzo è lo «Scorpio» o, più precisamente il «Super Scorpio», un mezzo teleguidato lungo 1 metro e 20 e largo altrettanto, alto 2,4 metri.
«Può scendere fino a 1500 metri di profondità - spiega il portavoce della Marina Usa, Maria Miller - ed è in grado di tagliare una fune dacciaio spessa 2 centimetri e mezzo». Esattamente quel che ci vuole. Ma i tempi sono strettissimi. E alla base militare di San Diego scatta loperazione demergenza. Protagonisti: 30 specialisti, due «super Scorpio» e un aereo militare C-5 da trasporto. Decollo in serata, destinazione Petropavlovsk, la capitale della Kamciatka. Ad attendere i due «mini sottomarini» un mezzo pesante, che li trasporterà fino al porto e poi li caricherà su una nave militare russa. La speranza è che possano essere sul luogo della tragedia prima che finiscano le scorte di ossigeno dei sette marinai intrappolati negli abissi.
A Mosca intanto è già polemica. Una fonte della Flotta del Pacifico dichiara che lAs-28 era abilitato a operare fino a marzo 2006. Ma Olga Kostantinova, portavoce dei cantieri «Lazurit», dichiara che quel mezzo, progettato negli anni Ottanta, «aveva ormai bisogno di riparazioni e i militari lo sapevano».
Speranze affidate ai «Super Scorpio»
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.