"100" Perry Como

Nato il 18 maggio 1912 in Pennsylvania da genitori abruzzesi, da giovane lavorò da un barbiere ma a 21 anni si licenziò e iniziò a cantare. «Crooner» dalla voce calda e suadente, incise 200 brani e vendette 100 milioni di dischi. Per 19 anni presentò un suo show in Tv, spuntando il più alto cachet al mondo. Morirà poi nella sua casa in Florida nel 2001

"100" Perry Como

Negli anni Cinquanta tale era la sua popolarità in Italia che il Quartetto Cetra lo celebrò in «Baciami all'italiana» e Bruno Martino in «Perry Como sorride e fa». Del resto il figlio di immigrati abruzzesi che aveva «trovato l'America», oltre oceano era ormai un divo consacrato da raffiche di dischi e show televisivi con il suo nome. Vero capostipite di una serie di «crooner» italo americani che comprendeva personaggi del calibro di Frank Sinistra e Dean Martin. E la sua adolescenza passate a radere clienti in una barberia durante la grande crisi del '29, era ormai solo un lontano ricordo.

Pierino Ronald Como detto «Perry» era infatti nato il 18 maggio 1912 in Pennsylvania, settimo di tredici figli di Lucia Travaglini e Pietro Como, originari di Palena, piccolo paese in provincia di Chieti. Suo padre, baritono per diletto, desiderò dare a tutti i figli una educazione musicale malgrado le difficoltà economiche. Negli anni Venti il ragazzino divenne il garzone di un barbiere, attività che poi mantenne fino ai 21 anni. Nel 1933 le scelte che cambiarono la sua vita, prima il matrimonio con Roselle poi la decisione di unirsi come cantante nell'orchestra di Freddie Carlone. Una decina di anni di dura gavetta poi nel 1943 il suo primo disco «Goodbye Sue» con la casa discografica RCA Victor, a cui rimase legato per tutta la sua carriera fino all'ultimo successo «The wind beneath my wings» nel 1987. E fu subito successo. A Perry si spalancarono le porte del Hollywood: nel 1944 interpretò «Something for the Boys», nel 1945 «March of Time» e «Doll Face», nel 1946 «If I'm Lucky» e infine nel 1948 «Words and Music». Quello stesso anno fece il suo esordio in televisione con un spettacolo settimanale il «Perry Como Chesterfield Supper Show», poi «Perry Como Chesterfield Show», quindi «Perry Como show» e infine «The Perry Como's Kraft Music Hall» la cui ultima puntata andò in onda nel 1967.

Perry Como con la sua calda voce baritonale divenne un popolarissimo «crooner», il Italia ribatezzato «cantante confindenziale», trovandosi ben presto in una nutrita compagnia di italo americani, composta Frank Sinatra, 1915-1998, e Dino Paul Crocetti meglio noto come Dean Martin, 1917-1995. Nel dopoguerra la sua fama varcò presto l'oceano, diventando popolarissimo anche in Italia dove appunto il Quartetto Cetra e Bruno Martino gli dedicarono una canzone. Nel 1957 incise un brano di Burt Bacharach, testo di Hal David», che divenne il suo più grande successo e uno dei dischi più venduti al mondo: «Magic Moment». Tanto popolare da meritarsi l'imitazione di Ugo Tognazzi in «Un, due, tre» in cui il comico di Cremona, visto il ritmo lento del motivo e la voce bassa e pastosa di Como, cantava il play back facendo la faccia assonnata e sbadigliando.

Il 9 marzo del 1959 fu ospite del «Musichiere» di Mario Riva con cui diede vita a un irresistibile duetto: Riva parlava un improbabile inglese, Como gli rispondeva con un italo-americano degno di Stanlio e Ollio. Alla fine prese la chitarra e disse «Io sacciu una canzone in italiano. Io parlo italiano como Mario parlo inglese. Io fazzo...una...» ma non trovando le parole, fece un grande sorriso e così conquistò il pubblico di casa nostra. Anche perché poi intonò «O Mari» come raramente si era sentita prima.

Il successo di Perry Como proseguì inalterato per oltre trent'anni e, alla fine della sua lunghissima carriera, avrà inciso oltre duecento brani, collezionando 14 singoli al primo posto nella hit parade USA, 20 dischi d'oro, con oltre 100 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. Durante la sua esperienza televisiva, risultò il presentatore più pagato in assoluto e come tale entrò nel «Guinness dei Primati».

Nel 1994 a ottant'anni suonati decise finalmente di andare in pensione anche se continuò l'attività per diletto fin quasi alla morte il 12 maggio 2001, alle soglie dei 90 anni. Como morì infatti nel sonno nella sua casa in Jupiter Inlet Colony in Florida e fu sepolto nel Riverside Memorial Park di Tequesta (Palm Beach County) in Florida, insieme all'adorata moglie Rosselle.

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