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Apocalypse Now, il film maledetto. Sul set cadaveri, droga e suicidi

Apocalypse Now è forse il film più famoso della produzione di Francis Ford Coppola, non solo per la rappresentazione della guerra del Vietnam, ma anche per i problemi sul set

Apocalypse Now, il film maledetto. Sul set cadaveri, droga e suicidi

Apocalypse Now è il film del 1979 con cui il regista Francis Ford Coppola decise di portare sul grande schermo una rivisitazione del romanzo di Joseph Conrad, Cuore di Tenebra. La pellicola è ambientata nel 1969, quando gli Stati Uniti sono nel pieno della famosa guerra del Vietnam.

La storia segue il capitano Benjamin L. Willard (Martin Sheen), uomo provato dalle brutture della guerra, a cui il governo militare affida la missione di affrontare la giungla cambogiana per intercettare l'ex colonnello Kurtz (Marlon Brando). Considerato un disertore, Kurtz rappresenta una minaccia per il governo e perciò viene descritto come un bersaglio da eliminare.

Apocalypse Now è considerato universalmente il film più famoso che affronti il tema della guerra del Vietnam. Tematica che ancora oggi è motivo di discussione per gli americani. Tuttavia Apocalypse Now è anche uno dei film più famosi dell'industria cinematografica, con alcune scene che sono diventati dei veri e propri cult, come la famosa sequenza dell'attacco aereo sulle note de La Cavalcata delle Valchirie di Wagner.

Forse, tuttavia, non è noto a tutti che parte della fama di Apocalypse Now deriva anche dall'essere stato realizzato con una delle lavorazioni più drammatiche della storia del cinema.

Un set maledetto e devastato

Per comprendere quanto sia stata difficile la lavorazione di uno dei film migliori del regista Francis Ford Coppola basta pensare che, all'inizio, Apocalypse Now prevedeva "solo" dodici settimane di lavorazione. Alla fine, invece, ce ne vollero ben 68 per portare al termine il film. Nel maggio del 1979, due mesi dopo l'inizio delle riprese, un tifone si abbatté sulle Filippine, costringendo la produzione a fermarsi e a rimanere bloccata per ben tre mesi.

Sebbene non fosse nel potere di nessuno poter controllare le situazioni metereologiche, molti attaccarono la decisione del regista Coppola di voler dirigere il film proprio nella stagione delle piogge, quando i rischi erano maggiori. Lo stop dovuto alla devastazione del tifone portò in luce anche un problema del film, che non aveva a che fare con le riprese, ma con la reputazione che Apocalypse Now stava già cominciando ad avere in un determinato ambiente.

Dagli Stati Uniti d'America, infatti, non arrivò nessun aiuto per la troupe e la produzione. Questo perché, ufficiosamente, la pellicola mostrava una versione negativa degli USA, offrendo al pubblico una posizione totalmente antimilitarista. La Guerra del Vietnam fu una vera e propria ferita per il governo statunitense, la prima grande sconfitta per un governo che si presentava al mondo come imbattibile. Questo senso di "umiliazione e vergogna" fece sì che il governo degli Usa ostracizzasse il film, che gli vietasse aiuti di qualsiasi tipo. Come è stato riportato da Variety , addirittura vennero fatte pressioni sul governo delle Filippine affinché non venisse data alcuna assistenza al film, probabilmente nella speranza di vederlo naufragare.

Droghe, incidenti e attacchi di cuore

La lavorazione del film sembrava essere così dura e così piena di insidie da arrivare quasi a "giustificare" un uso massiccio di sostanze stupefacenti e droghe. Come ricorda Doug Claybourne, le cui parole sono state riportate dall'Indipendent, l'hotel in cui dormivano i membri del cast era una sorta di paradiso festaiolo.

L'uomo era stato assunto come assistente di produzione per il suo essere un veterano della guerra del Vietnam, e spiegò:"Nell'hotel in cui si trovava la base della troupe sembrava di essere nel paradiso delle feste. Avevamo centinaia di birre sistemate in linea intorno alla piscina. C'erano persone che si tuffavano dai tetti. Era una vera e propria pazzia". Ma non era solo l'alcool a girare tra i membri del cast.

Il Daily Mail ha ricordato che Dennis Hopper, che nel film interpreta il fotoreporter, seguisse una dieta giornaliera che consisteva in una cassa di birra alternato a liquore dall'alto tasso alcolico e fino a 85 grammi di cocaina. L'uso della droga era fatto così alla luce del sole che Hopper spinse anche il giovane Laurence Fishburne a provare l'eroina, come raccontato da Screen Rant.

Anche Martin Sheen finì con l'avere qualche problema riguardo l'uso di alcol. Ma questa volta per volere di Coppola. Il film si apre infatti con la scena in cui Willard si trova in una stanza d'hotel, con le note di This is The End dei Doors. Durante la scena l'attore era veramente ubriaco e stava in quella condizione da almeno un paio di giorni, come richiesto dal regista. Lo scopo era quello di rendere credibile lo stato pessimo in cui si trova il personaggio di Willard all'inizio del film.

Ma in realtà Martin Sheen disse anche che la scena era un modo per affrontare i suoi noti problemi d'alcolismo. L'idea era quella di rivedersi sullo schermo e avere così il modo di fronteggiare il suo problema e trovare un modo per affrontarlo. Come ha raccontato il regista a un'intervista con il The Hollywood Reporter l'attore era così fuori di sé durante la scena che finì col dare un pugno allo specchio, tagliandosi la mano e finendo con l'attaccare il regista. La troupe era molto a disagio e chiese di bloccare le riprese, ma Sheen non volle.

E Apocalypse Now fu un set maledetto proprio per lo stesso Martin Sheen, che durante la lavorazione ebbe un grave attacco cardiaco. Alcuni dissero che era per via dell'alcol, altri per gli eccessi che si registravano sul set. Rimane il fatto che l'attore si sentì male e le condizioni gravi lo costrinsero a rimanere ricoverato a lungo. Così Francis Ford Coppola decise di usare il fratello di Martin Sheen, Joe Estevez, per poter riprendere le riprese anche se il suo protagonista era costretto in un letto d'ospedale.

Apocalypse Now, una scenografia agghiaccante: ratti e cadaveri

Per far sì che le scene avessero davvero un odore di verosimiglianza, nella base dove si "nasconde" il personaggio interpretato da Marlon Brando vennero ammassati immondizia e ratti morti. L'odore putrescente era tale che la moglie di Martin Sheen provò a far ripulire tutto, dicendo che suo marito non avrebbe mai messo piede in un luogo così poco salubre.

Ma il peggio riguarda la leggenda secondo cui per una scena che richiedeva la presenza di persone decedute, vennero forniti dei cadaveri. Secondo quanto ricorda sempre l'Indipendent, sul set del film arrivò la polizia, che chiese i passaporti di tutti coloro che erano presenti. "Non sapevano se avessimo ucciso quelle persone," spiegò il produttore Frederickson. "Questo perché quei cadaveri non erano stati identificati. Sono stato preoccupato per giorni".

A quanto sembra la colpa ricadde su un ragazzo che aveva il compito di fornire cadaveri ad una scuola di medicina per le autopsie. Dopo la retata della polizia sul set il ragazzo venne arrestato e nel film non vennero mai utilizzati dei cadaveri.

Francis Ford Coppola tentò il suicidio

Lo studio molto presto si arrabbiò con il regista Francis Ford Coppola, dal momento che il film aveva sforato di troppo il budget. Tra i ritardi della produzione e il costo sempre più elevato delle riprese, Francis Ford Coppola si trovò a dover decidere se rischiare e continuare a dirigere Apocalypse Now o se arrendersi. Il regista optò per la prima opzione. Pagò gran parte del lavoro di tasca propria, arrivando a mettere una nuova ipoteca sulla sua casa.

Con il continuo emergere di problemi, il numero sempre maggiore di tifoni che tenevano il set sotto scatto, così come i problemi finanziari legati all'ipoteca che aveva messo in ginocchio anche il suo matrimonio, Francis Ford Coppola cadde in una profonda depressione. Arrivò a ingrassare di trenta chili e a vivere in un costante stato di tristezza: questa sensazione culminò in un tentativo di suicidio che, fortunamente, non andò in porto.

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