Cultura e Spettacoli

Al ballo di Fitzgerald danzano cuori innamorati

"Sembrava una festa di Natale come tante altre" Ma per Forrest e Alida non era proprio così

Al ballo di Fitzgerald danzano cuori innamorati

di Francis Scott Fitzgerald

La sera del ballo dai Rikker partecipò a una cena per pochi intimi; un attimo prima di sedersi a tavola si rese conto che più tardi tutti gli altri sarebbero andati dai Rikker. Ne parlavano come di una specie di avventura comica, e insistevano perché anche lui ci andasse.

«Anche se non ti hanno invitato, pazienza,» gli assicurarono. «Ci hanno detto che potevamo portare chiunque. È aperto a tutti, senza obblighi di alcun tipo. Norma Nash ci va anche se non ha invitato Alida Rikker al suo party. E poi lei è così carina. Mio fratello s'è preso una cotta: mamma è preoccupatissima perché continua a ripetere che le chiederà di sposarlo».

Stringendo in mano un altro long drink, Forrest era certo che gli sarebbe bastato berlo per decidersi ad andare. Tutte le sue ragioni gli sembravano vecchie e superate, senza considerare che incominciava a sentirsi ridicolo. Cercò di ricordarsi la causa per cui si stava battendo, ma invano. E poi anche suo padre aveva ceduto sulla questione del Kennemore Club. E ora all'improvviso trovava addirittura delle buone ragioni per cui andare: gli uomini potevano spingersi in posti che non erano consentiti alle loro donne.

«E va bene», disse.

La festa dei Rikker si teneva in una sala da ballo del Minnekada Hotel. L'oro dei Rikker, sporco, guadagnato illegalmente, si era trasformato in un tripudio di palme, piante rampicanti e fiori. Due orchestre suonavano sotto il pergolato illuminato e le luci colorate attraversavano il pavimento fino a sfiorare il buffet dove scintillavano le bottiglie scure. Quando arrivò il gruppo di Forrest, si era ancora ai convenevoli di benvenuto. Forrest sorrise ironico al pensiero di stringere la mano a Chauncey Rikker. Ma alla vista di Alida, del suo sguardo che si posava aperto a salutarlo, si dimenticò tutto il resto.

«Tuo fratello è stato gentile a invitarmi», disse.

«Oh, sì». Era garbata, ma vaga e per nulla imbarazzata dalla sua presenza. Mentre aspettava di parlare con i genitori di Alida, sussultò nel vedere sua sorella in un gruppo di ballerine. Poi, una per una, riconobbe attorno a lui le persone che conosceva: sembrava una festa di Natale come tante altre: i giovani erano tutti lì. Alida lo guardava senza capire, sembrava divertita.

Le chiese il primo ballo e volteggiò con lei sul pavimento, a testa alta, sentendo un po' di capogiro.

Di tutte le cose al mondo, non si sarebbe mai aspettato di aprire le danze al ballo di Chauncey Rikker.

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