Bosch, un omaggio «gustoso»

«Quartieri dell'arte» festeggia i 500 anni dalla morte del grande pittore

Emanuele Ricucci

Addentrarsi in Bosch risulta complesso persino a cinquecento anni dalla morte, che cadono proprio quest'anno. Jeroen Anthoniszoon van Aken, conosciuto come Hieronymus Bosch, rappresenta il mito indecifrabile. Nell'orgiastico rituale, tribale e ancestrale, tra il suo tempo e il tempo degli uomini, tra la sua mente e la realtà di un secolo difficile, come il XV, una catena infinita di dinamismo, come una danza misteriosa, che si svolge attorno alla fondazione di archetipi e suggestioni, ironia e fantasia, sacralità e materialismo, plasticità mentale, contingenza e modernità assoluta. Tra ermetismo ed alchimia, tra Rinascimento e l'espressione di «un'anima medievale gotica» tramite cui «ha accesso all'intero immaginario religioso e metafisico», come descrive sapientemente Dalmazio Frau nella sua lettura del Bosch ne L'Arte Ermetica. Simbolismo, ironia, ermetismo. Tra giochi di luce e scheletri danzanti, tra animali, uomini e figure fantastiche evocazioni allegoriche a cui la modernità ha reso omaggio, dalla letteratura di Lewis Carroll, al cinema di Tim Burton - imbrigliare l'universo immaginifico di Bosch è pressoché impossibile. Proprio in occasione del cinquecentenario Quartieri dell'Arte, festival culturale viterbese di caratura internazionale, omaggia il maestro, fondendo l'arte culinaria e la performance artistica.

«Ristorante Bosch», oggi a Vitorchiano in provincia di Viterbo, è un percorso sensoriale «dalla carica ambigua», di degustazione, tra Rinascimento e contemporaneità, che unisce gli stili della street art dei Guerrilla Spam, della chef Laura Belli, dello stilista Anton Giulio Grande e del collezionista Giano del Bufalo. Leggere Bosch e la sua epoca da un punto di vista innovativo e... gustoso.

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