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Brutti e cattivi, un film politicamente scorretto tra disabili e criminalità

Brutti e cattivi è una commedia nera, grottesca e politicamente scorretta che racconta di un gruppo di disabili ed emarginati che decide di rapinare una banca

Brutti e cattivi, un film politicamente scorretto tra disabili e criminalità

Nel 1976 Ettore Scola portava al cinema il suo capolavoro Brutti, sporchi e cattivi, in cui un memorabile Nino Manfredi era il capostipite di una famiglia disgraziata e piena di veleno nella periferia romana. Nel 2017 il regista esordiente Cosimo Gomez prese solo una parte del titolo di Scola, Brutti e cattivi, realizzando così la pellicola omonima che andrà in onda questa sera alle 23.25 su Rai Movie.

Brutti e cattivi, la trama

Il papero (Claudio Santamaria) è un uomo privo di gambe che, per sbarcare il lunario, passa le sue giornate a chiedere l'elemosina. Ma l'uomo ha in realtà un piano molto più ambizioso: rapinare una banca. Il piano prevede la complicità di sua moglie, una donna senza braccia detta la Ballerina (Sara Serraiocco), del tossico Giorgio Armani (Marco D'Amore) e di un nano rapper, chiamato Plissé (Simoncino Martucci). Quello che la banda di disadattati e disabili non sa è che nella banca che hanno scelto come proprio obiettivo vengono conservati i proventi delle azioni criminali di un violento boss della mafia. Dunque quello che doveva essere un colpo facile, in grado di cambiare le sorti di un'esistenza degradata, diventa una lotta alla sopravvivenza. Come se non bastasse, inoltre, ogni membro della banda vuole dire la sua sulla divisione del denaro ottenuto: tra tradimenti, risse e sospetti, il Papero dovrà trovare un modo per salvarsi la pelle.

L'uguaglianza del politicamente scorretto

Nel 2015 Claudio Santamaria aveva prestato il volto alla rappresentazione di un supereroe inaspettato in Lo chiamavano Jeeg Robot. Nella pellicola diretta da Gabriele Mainetti l'attore si muoveva già nella periferia di una Roma sporca, corrotta, dove l'unico mezzo per emergere dal letame era fare largo uso di violenza. Un teatro urbano grottesco e pieno di sangue: lo stesso che, due anni più tardi, l'attore avrebbe ritrovato in Brutti e Cattivi. Svestiti i panni dell'eroe che salva la bella principessa, Claudio Santamaria diventa un uomo disabile e crudele, che non si fa scrupoli a usare la violenza per ottenere quello che vuole, che siano pochi spiccioli trovati in strada o l'importo di una rapina in banca. In questa dicotomia - disabilità e crudeltà - si deve ricercare l'elemento di interesse di un film come Brutti e cattivi, un film che riesce a usare il politicamente scorretto come mezzo per arrivare all'uguaglianza. Quella che sembra essere una contraddizione in termini è in realtà la prova che l'arte può continuare a raccontare storie che abbracciano un pubblico vasto senza doversi appiattire per paura di avere il dito puntato contro.

I protagonisti del film fanno parte di minoranze, per abilità o condizioni economiche. Ma se spesso al cinema si predilige una narrazione in cui il diverso viene elevato e, in qualche modo, rappresentato come qualcuno di estremamente positivo o da prendere a modello, il regista ribalta questo assunto. Senza sciocca retorica o consolazioni narrative, Cosimo Gomez realizza un film che facilmente si può definire politicamente scorretto e che pure non ha paura di presentare al suo pubblico un parterre di personaggi che sono disabili e, allo stesso tempo, dei criminali, dei traditori, degli uomini privi di valore. L'inclusività di un film come Brutti e cattivi non passa solo dalla scelta di rendere protagonisti personaggi che molto spesso non vengono presi nemmeno in considerazione nell'ambito cinematografico: l'inclusività sta soprattutto nel rendere questi personaggi dei comuni mortali, con i loro difetti e le loro anime oscure e corrotte. Brutti e cattivi è la dimostrazione che si può parlare di uguaglianza sfruttando proprio quel politicamente scorretto che mostra l'ipocrisia di certe narrazioni che fanno buon viso a cattivo gioco.

Brutti e cattivi risulta dunque un film coraggioso che, al di là di qualsiasi intento sociale, porta sullo schermo una storia divertente, grottesca, che dalla sua ha anche una durata decisamente contenuta - appena 86 minuti - che rende la visione più leggera e anche più piacevole.

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