Cultura e Spettacoli

La bufala dell’estate? È il gioco dei tre decoder

Un garbuglio di fili, una spianata di decoder, un mucchio di telecomandi, una quantità di canali da far perdere la testa, costi aggiuntivi spaventosi. Ma quante se ne sono dette quest’estate: una sfilza di articoli minacciosi, anche di autorevoli firme, da far rabbrividire il vecchietto che se ne vuole stare in pace sul sofà a guardarsi i suoi programmi preferiti. Ma è veramente un mostro tentacolare questa nuova televisione? Bisognerà veramente cambiare casa per far spazio a tutte queste nuove scatolette piatte e larghe? Diciamocelo: di sciocchezze ne sono state sparate tante.
Oggi, con le partite di anticipo, comincia il campionato di calcio. Insomma, parte ufficialmente la nuova stagione televisiva. Ma non sarà un’annata come tutte le altre: proprio perché nei prossimi mesi sul campo si misureranno i risultati dell’introduzione del digitale terrestre e la conseguente sfida tra la pay tv di Sky e la pay tv di Mediaset. Però, proprio perché la tecnologia è di per sé respingente per chi non è più giovincello, bisogna sgomberare il campo dalle leggende. Una prima di tutto, l’invasione casalinga di tre decoder: uno per il digitale terrestre, uno per Sky, uno per TivùSat e già che ci siamo anche uno per l’Iptv (la tv via cavo telefonico). Esistono sul mercato, certo, ma nessuno è obbligato ad avere tutti i sistemi di ricezione del segnale televisivo. Ne basta uno. Sembra banale dirlo, e infatti lo è, ma quando si insinua che in casa si dovranno avere tre decoder e tre telecomandi, bisogna fare chiarezza.
Certo, qualcosa si dovrà fare. Entro il 2012 tutti gli italiani dovranno passare al segnale digitale terrestre, perché l’analogico verrà spento. Dunque bisognerà comprare un decoder o direttamente un nuovo televisore già predisposto con cui si potranno ricevere i canali generalisti di Rai, Mediaset e La7, e tutti i canali in chiaro cioè gratuiti (da Rai4 a Iris a Boing a tutti quelli di RaiSat) che offrono film, fiction, intrattenimento e programmi per ragazzi. Insomma il menù di base, e cioè la televisione nazionale gratuita, è garantito per tutti. Certo, si dirà, ma i cibi prelibati, il campionato di calcio, i film in anteprima, i cartoni animati più belli per i bambini? Allora qui si aprono le diverse possibilità: ci si può indirizzare verso l’offerta in abbonamento di Sky, quella di Mediaset Premium (che contempla, per il calcio, il “paghi solo quello che vedi”) o quella di Dahlia. Ma qui, ognuno, a seconda dei propri gusti e delle proprie tasche, si può sbizzarrire tra le mille offerte fino ad arrivare ad avere una saletta cinematografica con uno schermo gigantesco e in alta definizione. Per i comuni mortali, ecco, invece, esempi-guida nel tentativo di chiarire un po’ le idee.
1 - Spettatore che riceve solo il segnale analogico (in sostanza possiede la vecchia Tv).
Se non risiede in una zona già passata al digitale (Sardegna, Piemonte e Val d’Aosta, parte del Lazio) per ora non deve fare nulla. Ovviamente, volendo, può già dotarsi del nuovo sistema, ma può anche tranquillamente attendere lo spegnimento dell’analogico (che avviene secondo un calendario graduale) e in due fasi: prima lo switch off (si spengono solo Raidue e Retequattro) e poi lo switch over (spegnimento totale).
2 - Spettatore che vive in una zona che sta per passare al digitale.
Per ricevere il nuovo segnale (con una qualità audio e video superiore) si deve comperare il decoder (ma ci sono le sovvenzioni statali) e quindi avrà in salotto una scatoletta e un telecomando in più, altrimenti può comprare un televisore nuovo con tutto integrato e un solo telecomando. Con il digitale si può accedere anche all’offerta a pagamento di Mediaset Premium e di Dahlia (che ha ereditato le partite di campionato una volta offerte dalla pay di Telecom).
3 - Spettatore che vive in una zona dove il segnale terrestre non arriva (di solito in montagna).
In questo caso, genericamente, chi non riceveva il segnale prima, è molto probabile che non riuscirà a ricevere neanche quello del digitale terrestre. È per questa porzione di popolazione (circa un milione e 300mila famiglie) che è nata TivùSat, opzione in alternativa al digitale terrestre. Si deve acquistare il decoder (99 euro) e si potranno vedere gratuitamente tutti i canali trasmessi anche sul digitale terrestre. Chi opterà per questa via, potrà utilizzare la stessa parabola di Sky (basta orientarla su 13° Est di Hot Bird). Anche chi non vive in montagna, comunque, può scegliere tra le due opzioni: o il digitale terrestre o TivùSat.
4 - Chi è abbonato a Sky.
In questo caso, ovviamente, una volta attivato il digitale terrestre, questo telespettatore si troverà in casa due decoder. Uno per il digitale e uno per la pay tv di Murdoch. Ma, considerando che gli utenti di Sky sono persone di livello economico alto è presumibile che si dotino anche di un nuovo apparecchio integrato: quindi avranno un solo decoder e due telecomandi. Ovviamente, qui si gioca tutta la sfida commerciale tra le Tv a pagamento. Il nodo da sciogliere (dopo il passaggio dei canali RaiSat su TivùSat) è la permanenza dei canali generalisti (Raiuno, Due, Tre, Canale 5, Italia Uno, Retequattro e La7) su Sky, una partita ancora da decidere. Intanto gli abbonati già non vedono più alcuni programmi (ma ovviamente li possono guardare sul sistema analogico o, chi lo ha già, in digitale) perché Rai e Mediaset hanno cambiato il sistema di criptaggio.

La sostanza è: chi sceglierà di avere solo Sky (senza attivare il digitale), non è detto che potrà vedere tutto o tutti i canali generalisti.

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