Il canto del cigno di Kurt Cobain

Poco prima di suicidarsi il leader dei Nirvana avrebbe lasciato alcuni brani "molto dolci e toccanti"

Il canto del cigno di Kurt Cobain

Qualcuno ha scritto che la miglior mossa di marketing per una rockstar è morire giovane. E, si può aggiungere, lasciare un disco di inediti, soprattutto se spunta a 18 anni dalla morte del personaggio. I brani che Kurt Cobain, leader dei Nirvana, avrebbe scritto prima di spararsi un colpo di fucile, e di cui nessuno aveva mai sentito parlare, sono uno dei grandi misteri del rock.
La notizia sembra sicura, visto che a farla circolare è Eric Erlandson, il chitarrista degli Hole, la band di Courtney Love, vedova del leader dei Nirvana suicidatosi in circostanze piuttosto oscure il 5 aprile 1994. «Era gasato e stava lavorando ad un progetto molto moderno - ha raccontato Erlandson -; sarebbe stato il suo White Album, per citare i Beatles, e il progetto era a buon punto». Era un disco acustico e molti brani Erlandson li ha ascoltati in presa diretta dalla voce e dalla chitarra di Cobain. «Spero che escano in quella versione acustica e selvaggia in cui li ho ascoltati - ribadisce Erlandson - e vorrei che venissero pubblicati per la gioia dei fan che ne sarebbero molto colpiti». Si parla di una cover «molto dolce e molto toccante» e di una grossissima sorpresa, ma Erlandson rimane abbottonato, facendo lievitare l’attesa dei fan e degli addetti ai lavori. «Non spetta a me rivelare queste cose. So però che il disco è bello. Anche per questo ero così triste il giorno della morte di Kurt».
E qui si apre la porta ad una valanga di interrogativi. Chi aveva in mano i nastri dei brani inediti di Cobain? Perché nessuno ne ha mai parlato, visto che l’industria (anche discografica) del «caro estinto» è una di quelle che tira di più? Come mai salta fuori soltanto adesso? Chi lo pubblicherà? Finirà nelle mani di una grande etichetta in grado di valorizzarlo? Il primo disco da solista dell’ex Nirvana sarebbe una vera bomba per gli appassionati di rock. «Io non ho nessun potere sull’uscita del disco, spero che qualcuno si dia da fare, altrimenti l’avremo ascoltato soltanto io e un altro paio di persone. Così va il mondo», conclude Erlandson, alimentando ancor di più il mistero. Sicuramente i nastri non sono nelle sue mani ma - guarda caso - lui ha ripreso da poco ad esibirsi attivamente con gli Hole. Magari sono in quelle di Courtney Love.
I misteri del nuovo album - come capita spesso nelle storie di rock - si intersecano con quelli della vita maledetta di Kurt e Courtney. La leggenda vuole che lei avesse detto al padre: «un giorno sposerò una rockstar e la ucciderò». E ancora che un misconosciuto rocker detto El Duce avesse ricevuto da lei sesso e soldi per far fuori Cobain. Una persona del genere non terrebbe nascosto un disco così prezioso per 18 anni! Così le domande vanno ad accumularsi alle altre sullo «strano» suicidio di Kurt.

Come ha fatto a spararsi se il suo corpo era talmente pieno di eroina (tre volte più della dose considerata letale) da non consentirgli di imbracciare il fucile? Perché non ci sono impronte digitali né sull’arma né sulla penna con cui ha scritto la lettera d’addio? Perché il messaggio sembra scritto da due mani diverse? Perché qualcuno ha cercato di usare le sue carte di credito dopo la morte?
Speriamo che almeno agli interrogativi sul disco sia data una risposta a lieto fine e da quel corpo sfigurato e intriso di sangue arrivi, magicamente, uno degli album dell’anno.

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