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«Fratelli d'Italia» finisce fra i titoli di coda

Collocazione irrituale, forse per evitare la gaffe. Monti nell'intervallo ne avrebbe chiesto l'esecuzione a Barenboim

A parte le proteste, tagliate anche quelle in tempi di crisi, ieri sera alla Scala c'era tutto. La neve, gli smoking, i politici - Monti con mezzo consiglio dei ministri - c'erano i vip, i mezzi vip e c'era Filippo Facci con la maschera di Sallusti, per solidarietà. Uno della Digos gli ha detto: «Facci, l'abbiamo attenzionata. “Attenzionata”. Lo capisce l'italiano?».

L'italiano. Già. Un'opera di un grande tedesco, nell'anniversario di un grande italiano, in un anno di grande tensione italo-tedesca, e cosa succede? Che alla prima della Scala salta l'Inno nazionale. Un caso? Una polemica? Un giallo? Un incidente diplomatico? Una perfida vendetta? Un pasticcio. L'esecuzione dell'Inno, secondo il cerimoniale, è obbligatoria quando è presente un Capo di Stato, mentre è a discrezione (del direttore) quando nel palco reale c'è un presidente del Consiglio. Ieri sera Napolitano non c'era, quindi di per sé l'Inno non era un'imposizione. Ma c'era comunque Monti, e l'Inno, in apertura, è saltato. Perché? Una dimenticanza? Uno sgarbo? Una stranezza. Sembra che a Palazzo Chigi, dove si è colta immediatamente la stonatura, qualcuno si sia infastidito. E sembra che Monti stesso, con Pisapia, nel primo intervallo sia andato a «trovare» il maestro Barenboim (nella foto) in camerino, per fare sobriamente notare la cosa... Anche perché quando alla «prima» del 1999, in epoca Ciampi, Riccardo Muti decise di non suonare l'inno - per motivi mai chiariti - fu uno scandalo che si trascinò per giorni.

Quest'anno, a trascinarsi per settimane, invece, è stato l'eterno match italo-tedesco sulla «prima» dedicata a Wagner invece che a Verdi, e che era più giusto aprire con Verdi che con Wagner, e che in Germania si suona Wagner, e quindi in Italia si deve suonare Verdi... E qualche giorno fa, presentando il Lohengrin agli studenti dell'Università Cattolica qui a Milano, il maestro Barenboim, che ieri sera, in apertura, si è stranamente dimenticato l'Inno, per smorzare le polemiche che poi ha alimentato, aveva detto: «Ragazzi, non fate i nazionalisti».

Comunque, nella strana serata di ieri, mentre l'imbarazzato ufficio stampa della Scala spiegava che era già tutto concordato, e che si era deciso di lasciare l'esecuzione di Fratelli d'Italia alla fine dell'opera per fare cantare anche il coro, come poi è stato, e come si è

giustificato Barenboim - la sensazione è che si sia voluto coprire una stecca alzando la musica. E lo stesso Kaufmann-Lohengrin, a fine serata, ignaro di tutto, ha detto di aver saputo che doveva cantare l'Inno prima del terzo atto.

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