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"Ciao maschio", e buongiorno a una tv che parla bene e fa pensare meglio

Ciao maschio - su Raiuno, ore 23,30 - è una trasmissione che non piace a coloro i quali si incantano dinanzi alla Gruber, si eccitano per la Cucciari

"Ciao maschio", e buongiorno a una tv che parla bene e fa pensare meglio

Ciao maschio - su Raiuno, ore 23,30 - è una trasmissione che non piace a coloro i quali si incantano dinanzi alla Gruber, si eccitano per la Cucciari, sbandano dinanzi alla Costamagna però, improvvisamente, recuperano i polpastrelli caldi quando trattasi della De Girolamo in quanto ex forzista, ex onorevole, ex ministra, ex tutta quella roba lì che non fa fine per coloro i quali si considerano depositari della buona politica, della buona televisione, del buono tutto, il loro ovviamente. Può essere stato in parte vero quando la stessa De Girolamo ha voluto allestire le precedenti puntate convocando ospiti come De Magistris o Casalino, per dire, non certo messaggeri ideali per i temi in questione, essendo abituati a volare altissimi nelle trasmissioni di cui sopra, là dove l'appartenenza a una parte politica funge da plusvalore e mette da parte la qualità e la profondità delle parole. A Ciao maschio, invece, gli stessi protagonisti di cui sopra risultavano inadatti su piccole questioni relative al mondo femminile, dunque di livello marginale, mica #MeToo e scarpe rosse. Invece sabato sera, fuori da ogni propaganda, si sono presentati Vittorio Sgarbi, Raffaele Morelli e Cesare Bocci, benissimo assortiti e, così, quasi inaspettatamente, il trio ha accettato il gioco con grandissima eleganza e profondità di argomenti, dialogando tra Botticelli e Françoise Sagan, il dolore e l'età del sesso, soprattutto con l'uso di una lingua che nell'anno dantesco risulta smarrita negli altri programmi, usi all'insulto e alla faziosità per farsi riconoscere. C'è stato poi un altro aspetto inedito per la televisione: ogni intervento non è stato mai interrotto dall'altrui voce, da polemiche e disturbi sonori vari, ma le parole di Sgarbi, singolarmente sereno e dunque fortemente esauriente nella sua esposizione anche intrigante, le riflessioni gratificanti, con alcune tracce del proprio patrimonio professionale di Morelli, le memorie calde della vita privata di Bocci, hanno riempito minuti e pensieri, cancellando il frastuono e la volgarità di altre trasmissioni, nelle quali l'ideologia e la fazione prendono il sopravvento sulle parole, avvelenando il dibattito e omologandolo a un qualunque programma analogo. A un certo punto ho creduto che Nunzia De Girolamo si fosse allineata ai comandamenti ultimi di Beppe Grillo, il colloquio, infatti, proseguiva senza interruzioni pubblicitarie, con le inquadrature opportune, però sono stato smentito quando una telecamera si è soffermato sulle scarpe, con maestosi tacchi a spillo, indossate dall'ex forzista, ex onorevole, ex ministra, ex tutta quella roba lì che sappiamo e allora ho capito che, per il momento, Grillo non ce l'ha fatta ancora e la Nunzia resiste, resiste, resiste.

Il riassunto migliore lo ha offerto Sgarbi rivolta alla conduttrice: «Stasera sarà stata terribile per te. Non farai più una puntata così bella, non troverai più degli uomini così desiderabili». Purtroppo non si replica.

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