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Così il regista di Harry Potter si è rotto le costole facendo a pugni sul set

Harry Potter e il calice di fuoco è un film cardine all'interno della serie dedicata al maghetto: è la pellicola dove viene abbandonata l'innocenza dell'infanzia per passare a toni più cupi

Così il regista di Harry Potter si è rotto le costole facendo a pugni sul set

Harry Potter e il calice di fuoco è il quarto capitolo della saga tratta dalla serie di libri firmata da J.K. Rowling. Il film - che andrà in onda questa sera alle 21.14 su Italia 1 - vede l'ingresso nel cast dell'attore Ralph Fiennes, nei panni dell'oscuro e malvagio Lord Voldemort.

Harry Potter e il calice di fuoco, la trama

Harry (Daniel Radcliffe) è stato invitato dalla famiglia dell'amico Ron (Rupert Grint) a prendere parte alla finale dei mondiali di Quidditch, lo sport magico per eccellenza. Tuttavia, quella che doveva essere una gita divertente e spensierata prima del rientro a scuola, si trasforma in un incubo, quando fanno la loro irruzione i Mangiamorte, i fedeli servitori di Lord Voldemort, il mago oscuro che ha distrutto la famiglia di Harry. L'evento traumatizza tutti i presenti, ma Harry, Ron ed Hermione (Emma Watson) cercano di andare avanti con le loro vite, soprattutto in vista del ritorno ad Hogwarts.

Qui apprendono che il loro insegnante di difesa contro le arti oscure sarà Malocchio Moody (Brendan Gleeson) e, soprattutto, che Hogwarts ospiterà il famoso torneo Tremaghi. Alla scuola di magia e stregoneria arrivano dunque studenti di altre due scuole di magia, Beauxbatons e Durmstrang. Sebbene il torneo sia destinato a studenti ben più grandi di lui, scelti dal famoso calice di fuoco, Harry finisce suo malgrado nella lista dei campioni in lizza per la vittoria e tra incubi, primi amori e prove misteriose, Harry farà di tutto per cercare di vincere, non immaginando quale futuro oscuro lo attenda.

L'incidente e la rissa del regista sul set

Harry Potter e il calice di fuoco è un film svolta all'interno della saga cinematografica. Con Il calice di fuoco, infatti, la serie incentrata sul famoso maghetto sveste i propri panni da racconto magico per bambini e si avventura nel lato più oscuro della storia, dove i protagonisti devono cominciare a vedersela con la promessa della guerra, ma anche con la morte e la perdita. Harry Potter e il calice di fuoco è quindi il film che taglia in due l'intera saga, spezzandola, e rappresentando proprio quella pietra miliare necessaria per permettere al racconto di evolversi, di diventare qualcos'altro rispetto al resoconto della scoperta di un bambino di avere poteri magici.

Una responsabilità - quella di rappresentare questo passaggio dalla commedia a film più oscuri - che è caduta sulle spalle del regista Mike Newell, subentrato ad Alfonso Cuaron, che aveva diretto il terzo capitolo, Il prigioniero di Azkaban. Come ha raccontato lui stesso all'interno di Harry Potter: Ritorno a Hogwarts - la reunion disponibile su Sky e Now TV - Mike Newell è arrivato su un set pieno di voglia di divertirsi e di far sì che anche il cast si divertisse. Allo stesso tempo, però, il regista voleva che alcune cose venissero fatte nel modo più verosimile possibile. È il caso della scena in cui i gemelli Wesley (James e Oliver Phelps) cercando di mettere il proprio nome all'interno del calice di fuoco e, quando non ci riescono, cominciano a fare a pugni mentre sono ancora sdraiati a terra.

Secondo Newell la scena non era abbastanza credibile. Il regista ha raccontato: "Quei due sembravano due damerini. Così gli ho detto 'No, ragazzi. State facendo a botte!'". A quel punto Mike Newell ha preso il posto di uno dei due attori per dimostrare come dovesse venire la scena, ma le cose non sono andate come aveva previsto. Come riporta Badtaste.it il regista ha spiegato: "Ovviamente ero un uomo panzone di 60 anni all'epoca e non avrei dovuto farlo. Ricordo di aver preso Phelps per i fianchi e, nel tentativo di scagliarlo via, mi sono rotto un paio di costole.

Da quel momento lavorare fu un'agonia, ma la cosa fantastica è che avevo fatto la figura del cretino davanti a tutti, perciò si sentivano tutti più a loro agio."

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