Dalle "bambine" al Sessantotto. La fiera si finge un po' ribelle

Vecchi contestatori e scrittori con la bandana dettano la linea. Per fortuna c'è chi ricorda anche Don Giussani

Dalle "bambine" al Sessantotto. La fiera si finge un po' ribelle

Qui ci sono ribelli con moltissime cause. Non c'è James Dean, del resto, è Tempo di libri: e la cultura, si sa, è rivoluzionaria, o ambisce a esserlo... Le cause di questa seconda giornata, dedicata appunto alla Ribellione, si declinano in così tanti modi che neanche l'essere di Aristotele. Alcuni istituzionali: si parte con un librone di 1250 pagine (1250), Cercando il '68. Documenti cronache analisi memorie (Forum editrice) di Giampaolo Borghello. Speriamo che l'abbia trovato, intanto al pubblico (circa 25 persone) spiega che tutto questo è necessario per capire il presente. La dedica recita: «A tutti coloro che sono rimasti dalla stessa parte». Cominciamo bene.

È invece affollatissimo l'incontro di Rai Storia «Il '68», dibattito fra Paolo Mieli e gli storici Mauro Canali e Alberto Melloni, con immagini del '68 italiano e francese dagli archivi Rai e l'immancabile citazione da Pasolini: io sto dalla parte dei poliziotti, che sono veri proletari, e non con gli studenti, che sono figli di papà. Ma tant'è, dopo mezzo secolo il '68 è ancora una «rivoluzione esistenziale», e allora ecco «Come la donna cambia la società: oltre il '68 tra psicanalisi e narrazione», su femminismo e '68, guarda un po', e poi «L'Italia dei no e la casta dei sordi» con Gianluigi Paragone (Piemme), perché si capisce che i «no» e le ribellioni sono tutt'uno, anche dopo cinquant'anni.

Ma la ribellione, insomma, è anche tutto e il suo contrario. Per esempio si confrontano uno scienziato, Silvio Garattini, e l'amministratore delegato di Wikipedia Italia, Luca Martinelli: il tema sono le fake news, e se qualcosa è fake, ma forse non lo è, dove sta la ribellione? Nello scoperchiare un argomento, o nel far capire che l'argomento non esiste? Ribellione è denuncia: e in un periodo di allarmismi arriva un libro definito dallo stesso editore «molto allarmante», Addio ai ghiacci di Peter Wadhams (Bollati Boringhieri). Con l'autore, barba bianca e professorone di Ocean Physics a Cambridge, c'è anche Mauro Corona, con la bandana. Che fa sempre un po' ribelle.

Ci sono ribelli spirituali, come Don Milani e i suoi collaboratori, di cui parla Giancarlo Piccinni (San Paolo), o Don Giussani, raccontato da Don Julián Carrón (Rizzoli). Ci sono ribelli «di rigore»: Nelson Mandela, nel ritratto di Danilo Campanella, poi I 31 uomini del generale Dalla Chiesa, memorie del maresciallo Antonio Brunetti (Luni), Momcilo Jankovic, il «dottor sorriso» che da quarant'anni cura i bambini malati di leucemia al San Gerardo di Monza (Baldini&Castoldi).

Ma la ribellione, come un fiume, attraversa su e giù la Fiera per i suoi due piani, trascinando con sé temi e personaggi disparati: la felicità («In 3D»); la cucina, con la «Ribellione ai fornelli» di tavolaspigolosa.com (non rotonda, spigolosa), in cui, anziché cucinare si parla (per esempio l'ultima tendenza è cercare le erbe nei boschi e proporle al ristorante); lo sport, con «Il calcio sopra le barricate: 1968 e dintorni» e le rivolte al Giro d'Italia; «La fondazione del Fai come atto di ribellione», raccontata dalla (ribelle...) Giulia Maria Crespi con Andrea Kerbaker; i tatuaggi di Nicolai Lilin (autore di Il marchio ribelle, Einaudi); Mafalda, di cui si celebrano i cinquant'anni in Italia (Salani). E poi: graphic novel, psichedelia, il '77, Galileo ribelle scientifico, la «riscossa degli educati» con Il Galateo del Terzo millennio (Guido Tommasi), la decrescita di Serge Latouche (Jaca Book) e, perfino, una narrazione teatrale per ricordare il primo sciopero dei mezzi di Milano, nel marzo del '44. Assai attuale, in realtà.

Ai ragazzi che riempiono la sala, Roberto Piumini dice: «Mi chiamo Bastiano Contrario», e poi parla di Shakespeare per un'ora (Shakespeare in versi, Mondadori). Non potevano mancare Francesca Cavallo e Elena Favilli, con le loro Storie della buonanotte per bambine ribelli vol. 2: il primo libro, un milione e mezzo di copie nel mondo, è stato il bestseller del 2017 in Italia, però la sala (140 posti) non è strapiena. Forse le bambine ribelli sono in rivolta...

Del resto la ribellione è un vestito che vogliono indossare tutti, una moda prêt-à-porter; il che non significa che calzi a chiunque.

Ma soprattutto, in così tanta ribellione è difficile orientarsi: quale sarà vera, quale finta, quale sarà conformismo, quale sarà paura del conformismo? Ci dà una mano, come sempre, Osho, con la sua Rivoluzione interiore per una ribellione responsabile e consapevole (Mondadori). Oppure ci si può rifugiare da Bella Bathurst, autrice di Rumore (Utet), che invita a un «Viaggio ai confini del silenzio». Molto ribelle, questo sì. Non è che si diventerà ribelli anche solo ad ascoltare?

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