Le "Dolcissime" ciccione in perfetto equilibrio fra dramma e commedia

Il film di Francesco Ghiaccio affronta un tema attualissimo. Dalla dittatura del web alla scuola

Le "Dolcissime" ciccione in perfetto equilibrio fra dramma e commedia

Paolo Giordano

nostro inviato a Giffoni (Sa)

Spesso alla commedia tocca la parte più difficile. Quella di far sorridere, ma anche pensare. E più il tema è riflessivo, più si ride, insomma è un paradosso. In Dolcissime, che ieri è stato presentato in anteprima al Giffoni Film Festival e che sarà nei cinema dall'1 agosto con Vision Distribution, si ride di un dramma diffuso (i chili di troppo, la bulimia) e si trova la soluzione più vera, ossia la voglia profonda e intima di riscattarsi. Ovvio, è una commedia, quindi la trama raccoglie malizia e perfidia quanto basta. Però, sia chiaro, il filo conduttore è lo stesso che potrebbe confermarci anche la mamma: i sentimenti e la voglia d'amore portano oltre qualsiasi ostacolo.

«Una commedia favolosa, divertente, dedicata a un'età precisa della vita, l'adolescenza» conferma il regista Francesco Ghiaccio durante la presentazione nella sala del Giffoni Festival strapiena del pubblico perfetto per questo film: tutti coetanei dei protagonisti. In poche parole, Dolcissime, gode anche della sceneggiatura nientemeno che di Marco D'Amore che afferma «ognuno ha le proprie difficoltà nella vita, Luciano De Crescenzo diceva che siamo uccelli con un'ala sola e per volare dobbiamo stare abbracciati» e il film ha tutti i cromosomi per rivelarsi un piccolo fenomeno di culto. Individua un problema. Trova la soluzione. «L'idea con Marco D'Amore è nata prima di Un posto sicuro. Progettavamo una serie di radiodrammi sportivi. Ma poi abbiamo pensato a qualcosa di folle e inusuale, una grande avventura con protagoniste delle ragazze. Ma, anche grazie all'esperienza di Un posto sicuro che affrontava il processo all'Eternit di Casale Monferrato, abbiamo riguardato alla nostra idea con occhi più empatici e profondi».

In Dolcissime tre amiche fanno i conti ogni giorno con i chili di troppo e con tutto ciò che il sovrappeso comporta: gli sberleffi dei compagni di scuola e gli squilibri familiari. Mariagrazia, Chiara e Letizia riassumono le insicurezze di una parte decisiva della vita, l'adolescenza. La prima soffre il confronto con la madre (Valeria Solarino), ex atleta. Chiara e Letizia hanno troppa vergogna per manifestarsi agli amici di chat e sono troppo insicure per mettere in pratica anche la passione più spontanea, quella di suonare uno strumento musicale. Insomma, vivono sospese tra sogni e realtà, tra angosce e bisogni inevitabili. Un giorno, mentre loro si divertono in piscina, altre perfide e magrissime alunne le riprendono di nascosto e il video diventa virale. Il resto lo immaginate: via libera a commenti stile «siete chiattone» oppure «balene» oppure «fate schifo», fino al riassuntivo «ma un po' di dieta mai?». La compilation tipica dei social, quella riservata a chiunque non sia in linea con i requisiti fisici accettati dal codice web.

Dolcissime è spietato e fotografa con immediatezza una delle piaghe incurabili del nostro tempo: la ghettizzazione somatica, la selezione estetica determinata dal giudizio online. Mentre le musiche di Enrico Pesce scandiscono la trama, la voglia di rivincita diventa la scintilla di un film che ha un montaggio serrato e bei tempi di scansione emotiva. Chiunque, anche i più attempati tra gli spettatori si può riconoscere in questa storia di orgoglio e pregiudizio, di adolescenza delle passioni e senescenza dei principî. A furia di essere prese in giro dai compagni di classe e di vivere tra parentesi ogni passione, le tre protagoniste «mescolano nel torbido» e si ritrovano a essere allenate (grazie a un ricatto) dalla bellissima Alice, capitano della squadra scolastica di nuoto sincronizzato. L'incontro tra convergenze parallele, tra «chiattone» e «heathers» corre sulla sottile linea rossa del cyberbullismo, uno degli argomenti più spaventosamente attuali del momento.

E, per capirci, la storia di tre ragazze sovrappeso diventa il paradigma di una generazione spesso senza voglia di riscatto.

Dolcissime è la sconfitta dell'autocompatimento e la vittoria della voglia di staccarsi dai luoghi comuni. Magari non diventerà un classico, senz'altro sarà una delle foto del nostro tempo per i tempi futuri.

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