Risultato pieno. Due su due. Al suo debutto la settimana scorsa, Quinta colonna di Paolo Del Debbio su Rete4 ha battuto Bersaglio mobile di Enrico Mentana su La7 (7.31 di share contro 5.97, in sostanza un milione e mezzo di spettatori da una parte e «solo» un milione dall'altra). E l'altra sera ha messo in riga anche L'Infedele di Gad Lerner, al debutto stagionale con barba sala e pepe e risultato oggettivamente barboso: 3.14 di share con 652mila resistenti davanti al video per quasi quattro ore.
Invece Del Debbio, che sul web si è meritato una clamorosa quantità di commenti favorevoli, ha raggiunto più del doppio di spettatori con il 6.76 per cento di share pari a 1 milione e 570mila persone. «Loro sono due maestri di giornalismo che fanno tv di alto livello e con i quali non mi permetto neppure di gareggiare. Io faccio la tv del popolo». Oltretutto Gad Lerner ha potuto sfoderare un Gianluigi Nuzzi splendente di un'intervista inedita (almeno in parte) a Paolo Gabriele, il maggiordomo di Benedetto XVI, in questi mesi al centro dell'attenzione mondiale grazie al cosiddetto scandalo Vatileaks. In sostanza, per L'Infedele un debutto deludente, considerando oltretutto che l'anno scorso, il 5 settembre, la prima puntata aveva fruttato un 9 per cento di share e 1 milione e 700mila spettatori. Allora sembrava un trionfo e probabilmente lo era, trainato anche da una situazione politica sbilanciata da un antiberlusconismo che la realtà ha poi dimostrato sterile. Adesso la situazione si è riequilibrata e a guadagnarne è soprattutto il telespettatore comune, quello lontano da beghe partitiche e bagattelle parlamentari. Quello più vicino alla quotidianità: «Penso semplicemente di riuscire a comunicare» ha spiegato ieri Del Debbio, 54 anni, lucchese con il gusto per la battuta che è anche impegnato a Mattino 5 con Federica Panicucci, altro incontestabile termometro quotidiano del rapporto con il pubblico. «Vengo da un quartiere popolare e la mia famiglia è una famiglia popolare: perciò credo di conoscere il linguaggio delle persone che vivono la realtà più comune e normale. Il mio segreto? Lo confesso nel modo più sincero possibile: non ho mai perso la memoria della mia gente. Mia mamma è mancata l'anno scorso, era lei il mio punto di riferimento ma conservo bene a mente il pensiero di chi vive i problemi di sopravvivenza ogni giorno e che, quando sente parlare di spread, pensa che sia un termine preso di peso dai fumetti. Ecco, io provo a spiegare cos'è in modo comprensibile a tutti». In poche parole, oggi l'editorialista navigato, il professore di Etica ed economia ed Etica della pubblicità all'Università Iulm di Milano è diventato un termine di paragone dei talk show prossimi venturi. In fondo è sempre così. In tv non fanno differenza la forza delle campagne promozionali e le aderenze partitiche o tantomeno elitarie. La vera differenza è nella capacità di mettersi in contatto con i telespettatori, o almeno con una parte consistente di chi alla sera accende la televisione per tenersi informato e magari approfondire i temi dell'attualità.
E così, ospitando in studio Pina Picierno del Pd o Roberto Marcato della Lega o Carlo Rienzi del Codacons (e Daniela Santanché, Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre e anche Maurizio Zamparini, l'imprenditore presidente del Palermo calcio), la Quinta colonna ereditata da Salvo Sottile ha srotolato un quadro garbato e soddisfacente di ciò che gira intorno. Anzi: è riuscita persino a non farsi cannibalizzare da quello che avrebbe potuto trasformarsi nell'elemento trash, ossia l'intervento del presunto superevasore Valerio Merola, appena accusato di una distrazione multimilionaria ai danni del Fisco. Alla fine Quinta colonna ha trovato il proprio assetto e ora affronta la stagione con il piccolo grande/avviamento di un programma decollato nel bel mezzo dell'estate senza essere obbligato all'atterraggio di fortuna. Poi, ovvio, qualcuno per opportunismo potrà cassare tutto dicendo che su Retequattro vanno in onda soltanto programmi faziosi. Invece no. Quinta colonna dell'altra sera è stato un approfondimento bipartizan senza se e senza ma.
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