Cultura e Spettacoli

E il film sul caso Cucchi ora fa infuriare le divise

Il film ha ricevuto ben sette minuti di applausi alla prima a Venezia

E il film sul caso Cucchi ora fa infuriare le divise

Sette minuti di applausi per la prima a Venezia del docufilm Sulla mia pelle, che racconta gli ultimi giorni della vita di Stefano Cucchi, morto nel 2009, mentre era detenuto nel reparto di medicina protetta dell'ospedale Pertini di Roma. Critici, spettatori e perfino la famiglia del ragazzo hanno approvato il film ed elogiato Alessandro Borghi che ha interpretato il protagonista, riuscendo ad essere "uguale a Stefano".

Ma c'è qualcuno a cui il videoracconto, che uscirà nelle sale a processo ancora in corso, non è piaciuto. I sindacati delle divise, infatti, hanno espresso gudizi molto duri sulla pellicola, che sarebbe costata 600mila euro, forse pagati dallo Stato. Il Tempo riporta le parole dell'organo rappresentativo dei carabinieri: "Ci sarebbe da indignarsi se si accertasse che lo stesso è stato prodotto con il contributo dello Stato". Le critiche rigurdano soprattutto il fatto che il film sia stato prodotto a processo ancora in corso, quando la verità proposta dal cinema non è ancora stata accertata in aula. Sulla stessa linea anche le parole dei rappresentanti della polizia di Stato, per i quali "è impossibile contenere lo sdegno per l'ennesima storia di ordinaria criminalizzazione di chi veste una divisa". Anche i membri della polizia penitenziaria si sentono "oltraggiati e infamati senza uno straccio di prova: sia la sentenza di primo grado che quella di appello hanno assolto i poliziotti penitenziari".

Le polemiche delle forze dell'ordine non hanno compromesso l'entusiasmo per il film Sulla mia pelle, che alla mostra di Venezia è stato applaudito da tutti. Il ministro Salvini ha espresso su Facebook la disponibilità a incontrare la famiglia di stefano, "per ascoltare le loro ragioni".

Sottolinea però che intende difendere"in modo pieno e in totale sicurezza le forze dell'ordine: i pochissimi che sbagliano vanno puniti anche più degli altri, però difendo il lavoro in sicurezza delle forze dell'ordine".

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