Si è spento a 75 anni Franco Califano. Il cantante, malato da lungo tempo, si è esibito in pubblico per l'ultima volta il 18 marzo scorso al teatro Sistina di Roma. Quella del Califfo, questo era il suo famoso soprannome, è stata una vita avventurosa e spericolata, vissuta tra musica, poesia, donne e anche il carcere. Califano, originario della provincia di Salerno, è cresciuto e ha vissuto per quasi tutta la sua vita a Roma. Cantante, prima di tutto, ma anche attore di fotoromanzi e film, scrittore e saggista. Un artista e un playboy. Il califfo non ha mai nascosto la sua passione per la conquista, "Ho avuto più di 1500 donne", ripeteva spesso a chi lo incalzava sulle sue avventure sentimentali. Tra i suoi più grandi successi "Tutto il resto è noia" (canzone per la quale ha ricevuto una laurea honoris causa dall'università di New York) e "La mia libertà". Cantante e compositore, Califano ha scritto hit anche per artisti come Mina, Ornella Vanoni, Mia Martini, Umberto Bindi e Peppino Di Capri. Nel 1970 il primo incidente con la giustizia, venne arrestato per possesso di stupefacenti nell'ambito di un'inchiesta in cui fu coinvolto anche l'attore Walter Chiari. Poi di nuovo in carcere, con lo stesso capo di imputazione, nel 1983 insieme a Enzo Tortora. In entrambi i casi venne assolto. Il Califfo, come confermano i suoi più stretti collaboratori, era ancora nel pieno della sua attività artistica. Pochi giorni fa l'ultima apparizione e molti altri concerti in programma per la primavera.
"Fino all'ultimo giorno non ha smesso di cantare e scrivere canzoni", racconta il cantautore Enrico Giaretta. Una produzione, quella di Califano, sempre sul filo dell'amarezza e dell'ironia. "Ho già dettato la mia lapide - disse alcune anni fa - ci voglio scritto: Non escludo il ritorno"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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