Ecco i Sick Tamburo il rock mascheratoDue ex Prozac+ fondano una nuova band e portano il passamontagna sul palco

Chi, appassionato di rock alternativo (ma non solo) non ricorda i Prozac+? Ora sono in stand by, ma Gian Maria Accusani e Elisabetta Imelio, rispettivamente chitarra e voce e basso dei Prozac+, hanno messo in piedi i Sick Tamburo, band che da qualche anno si è imposta sulla scena indipendente e che in questi giorni pubblica il suo terzo album, initolato Senza vergogna. «I Prozac+ non si sono sciolti e forse torneranno nel 2016, per il ventennale del primo disco», dice Gian Maria, che intanto si è buttato anima e corpo nel nuovo progetto senza tentare di sfruttare l'onda di successo della band originaria. Anzi, suoni diversi, più vicini al blues e all'elettronica, nuovo nome non solo per il gruppo ma anche per lui e per la bassista (ora sono Mr Man e Boom Girl), due nuovi compagni d'avventura, maschere bianche a coprire i volti, oggi sostituite da passamontagna neri.
Come dire l'identità non è importante; per noi parla la musica. «Mascherati e con gli pseudonimi facciamo il nostro gioco del supereroe, ci scambiamo gli strumenti e ci alterniamo al canto lavorando tutti sullo stesso piano. Siamo dentro a qualcosa che ci piace, facciamo rock ma la parte scenografica è importante, soprattutto dal vivo la teatralità toglie la routine, il concerto cambia continuamente».
Infatti, i Sick Tamburo sono nati proprio per intescambiarsi i ruoli. «Il gruppo è nato - dice Mr man - quando Elisabetta mi ha detto che voleva provare a cantare. Così per il primo cd ho buttato giù delle idee senza pensare ad altro che alle sue doti, grande senso ritmico e poca melodia, ed è nato un prodotto molto rock con chitarre distorte e malate. Il secondo disco è più melodico e abbiamo cantanto entrambi. Questo terzo disco è il meno duro, quello con meno chitarre distorte ma più sofferto con tanti echi blues ed elettronici e testi quasi d'autore. Senza vergogna è la storia delle nostre normali anomalie, noi siamo così». E lo dimostreranno in concerto per tutta l'estate, con venti date già fissate in tutta Italia a giugno.

«Ormai la discografia è in crisi, il disco è diventato un mezzo per poi andare in giro a suonare e io sono felice ogni sera che torno sul palco, con le mille paure ed ansie della prima volta. Noi siamo fortunati, facciamo rock e abbiamo una storia, anche se ora viaggiamo su altri fronti».

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