Ecco perché la femmina ha sgomentato il maschio

Ecco perché la femmina ha sgomentato il maschio

Un altro libro sulla questione femminile. D'istinto avrei detto che non se ne sentiva la mancanza, se a scriverlo non fosse stato un uomo colto, intelligente, ironico come Roberto Finzi. Storico dell'Università di Bologna, mischlinge, cioè figlio di padre ebreo e madre ariana, probabilmente con l'empatia di chi ha subìto il peso della ingiusta discriminazione, ha fatto dei pregiudizi il tema di molti studi. Suo Il pregiudizio. Ebrei e questione ebraica in Marx, Lombroso, Croce. Suoi anche L'onesto porco. Storia di una diffamazione e Asino caro. O della denigrazione della fatica: due magnifici saggi che, facendo ricorso a un'imponente mole di riferimenti letterari e con arguzia, rendono giustizia a questi animali bistrattati. Finzi è stato anche a lungo sposato con Mirella Bartolotti, la prima donna a ricoprire, nel 1956, l'incarico di «assessore ai problemi delle donne» nel Comune di Bologna, sindaco Giuseppe Dozza. Credo che quest'ultimo particolare sia stato determinante per spingerlo ad affrontare il pregiudizio dei pregiudizi: quello sulla supposta inferiorità delle donne. Lo ha fatto da par suo ne Il maschio sgomento. Una postilla sulla questione femminile (Bompiani, pagine 327 euro 19), con bella post fazione di Ingrid Rossellini.

Passando in rassegna la storia del pensiero occidentale, con una quantità di dotti riferimenti alla storia, all'economia, alla letteratura, facendo ricorso anche alle esperienze personali e familiari di una lunga vita lunga e interessante, riesce ad affrontare con leggerezza la spinosa questione. Si parte dalla Grecia, culla della nostra civiltà, che ha posto la ragione a guida dell'umana esistenza, negando però che essa possa essere patrimonio femminile. Dal libro emerge con chiarezza come l'inferiorità della donna sia una costruzione maschile sopravvissuta nei secoli, con le dovute eccezioni, a Roma, nel Medioevo, con Boccaccio, Dante e Petrarca, perfino con la Rivoluzione francese. È solo nell'ultimo mezzo secolo che si realizza, almeno concettualmente, l'assoluta parità dei generi, lasciando appunto il maschio sgomento e disorientato.

Perfetta sintesi della dominante idea maschile sull'argomento, la battuta di Berlinguer ti voglio bene film del 1977 di Giuseppe Bertolucci, con un esordiente Roberto Benigni, che apre così la riunione di un circolo Arci: «basta col ricreativo, adesso culturale. Ecco itema: pole la donna permettisi di pareggiare con l'omo? Risposta: No!».

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