Ecco (quasi) tutte le risposte ai grandi misteri del cinema

Da "Le Iene" a "Inception", in molti film di successo ci sono scene che hanno suscitato dubbi o scatenato dibattiti sul loro vero significato. Il settimanale Time prova a risolvere i "casi" più divertenti

Ecco (quasi) tutte le risposte ai grandi misteri del cinema

Avete presente quando, al cinema, vi trovate davanti a scene incomprensibili o a finali enigmatici? Quando il regista decide di chiudere il film con sequenze che non solo non spiegano tutto ma aprono diversi scenari senza risposta? Di solito, sono quelle pellicole che la critica snob premia con voti altissimi elogiando il genio di chi vi ha fatto pagare il biglietto facendovi uscire dalla sala con la vaga impressione di essere stati presi, un attimo, per i fondelli. O che vi fanno credere di avere un quoziente intellettivo molto più basso degli altri spettatori che, invece, si alzano tranquillamente dalla poltrona come se avessero capito tutto, compresa la ricetta per uscire dalla crisi economica mondiale. Tranquilli, il problema non è vostro ma loro. La storia del grande schermo, infatti, è piena di quesiti apparentemente irrisolti. Ci ha provato il sito del Time (articolo ripreso anche dall'italiano www.ilpost.it) a risolvere alcuni dei grandi misteri del cinema, rivolgendo le domande, che vi siete fatti voi per anni, ad addetti ai lavori. Non per tutte hanno ottenute risposte esaurienti anche perché nella maggioranza dei casi trattasi proprio di sfondoni nella sceneggiatura, senza un logico perché. Inutile, cioè, spremere ulteriormente le meningi.

Ad esempio, in Inception, la trottola di Dominic Cobb, nella scena finale, cade oppure no? Il film termina con la trottolina che continua a girare lasciando lo spettatore ancora più basito di quanto lo sia stato per tutta la durata di una delle pellicole più incomprensibili della storia della settima arte. Non è un problema da poco perché se cade allora vuol dire che Di Caprio è tornato nella realtà ma se continua a girare allora è ancora bloccato nel sogno. Sul film di Nolan si sono sprecate, in rete, le tesi più disparate. In pratica, però, la scelta del regista dovrebbe essere questa: al protagonista poco importa che stia vivendo un sogno o la realtà; la cosa fondamentale è che, dovunque si trovi, ci siano i suoi figli. E a voi continuano a girare.

Già, ma come la mettiamo con il The End di 2001: Odissea nello spazio? Cosa diavolo rappresenta, ad esempio, il monolito? Su questo pare che tutti siano d'accordo. Sono costruzioni aliene, lasciate da una razza antica e avanzata per accelerare lo sviluppo delle forme di vita meno evolute. E l'astronauta Browman rinasce come un alieno. Già, si domanda il Time, che dire però delle luci psichedeliche? E della camera da letto in stile Luigi XIV? Sono solo alcuni dei tanti quesiti lasciati in eredità dal film. Tanto che Arthur C. Clarke, co-sceneggiatore del film, diceva: «Se qualcuno capisce il film alla prima visione, allora abbiamo fallito nel nostro intento». E se uno non lo ha capito anche dopo la terza visione? Ha bisogno del monolito? E Mickey Rourke, alias Randy «The Ram» di The Wrestler, muore o no dopo il famoso salto sul ring nella scena conclusiva? Stavolta il mistero è svelato. In una intervista rilasciata nel 2009 il regista Darren Aronofsky confermava con un inequivocabile «se non ora, quando?» che Randy, anche a causa della sua grave malattia al cuore, moriva in quel match.

E per ciò che concerne Le Iene? Ma chi ha ucciso Eddie il Bello nella sparatoria conclusiva a tre? Da copione, doveva finire con mr. White (Harvey Keitel) che sparava a Eddie (Chris Penn) dopo aver fatto fuori suo padre (Lawrence Tierney). Un colpo, però, fece cilecca e Keitel cadde prima che potesse sparare a Eddie. Tarantino, accortosi dell'errore, però fece finta di niente aggiungendo anzi: «Sarà la più grande discussione riguardo il film». Ebbe ragione. A proposito, poi, di un altro dei grandi quesiti del grande schermo, se cioè il poliziotto Rick Deckard, di Blade Runner, sia o meno un replicante, la risposta data da Time è, questa volta, risolutiva. Philiph K. Dick, nel romanzo Ma gli androidi sognano le pecore elettriche? aveva descritto il personaggio di Deckard come umano. Nelle versioni successive del film, invece, Ridley Scott ha deciso di modificare la trama iniziale disseminandola di indizi che fanno di Deckard, in realtà, un replicante.

Inutile chiedersi perché in Ghost il fantasma attraversa i muri ma non i pavimenti («così vanno le cose», sentenzia il Time) o il motivo per il quale Batman parli a Lucius Fox e Alfred (che conoscono la sua vera identità) con la voce profonda da supereroe e non con quella da Bruce Wayne («avete provato a sentire quanto sia sconcertante ascoltare il timbro di Wayne dietro la maschera?»). Come superfluo è domandarsi il contenuto della valigetta di Pulp Fiction, quella che emana uno strano bagliore arancione. Non lo sapremo mai. Tarantino ha spiegato che la valigetta è un McGuffin, termine coniato da Alfred Hitchcock per indicare un qualcosa che per i personaggi del film ha un'importanza cruciale ma che non possiede un vero significato per lo spettatore. Un po' come il contenuto del cd venduto da Neo all'inizio di Matrix. E perché, nell'Esorcista, il demone reagisce all'acqua finta spruzzata da padre Karras? Per il Time, il diavolo vuole confondere il sacerdote, già alle prese con i dubbi sulla sua fede.

Siete anche voi tra quelli che si sono chiesti perché in Titanic Jack e Rose non siano saliti insieme sul pezzo in legno? Un utente di Reddit ha dimostrato che il legno era troppo piccolo per poter galleggiare con due persone aggrappate ad esso.

Così è se vi pare.

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