«E.T.», capolavoro tra un sorriso e una lacrima

Quant'è bravo Steven Spielberg. Scorrendo quel magnifico albo d'oro si resta sorpresi dalla sua straordinaria capacità di coinvolgere ed emozionare lo spettatore, trattando con la stessa abilità temi diversissimi. Si va così dallo strepitoso esordio di Duel (1971) a Lo squalo (1975), da I predatori dell'arca perduta (1981) a Schindler's List (1993) a Salvate il soldato Ryan (1998) per finire ai recenti Il ponte delle spie (2015) e The Post (2017). Questo E.T. - L'extraterrestre (Italia 1, ore 21.45) è stato girato nell'82) da uno Spielberg davvero ispirato. Siamo in California. Nella notte stellata un'astronave piovuta da tanto lontano plana in un bosco, ma riparte in tutta fretta scordando sulla Terra una minuscola porzione d'equipaggio. Invano si sbraccia il piccolo alieno, ora è solo, a tre milioni di anni luce da casa. Fortunatamente lo scopre un bambino, Elliott, che, vinto il terrore iniziale, lo nasconde nell'armadio dei giocattoli. E avverte i fratelli, Michael e Gertie: è un segreto, non dite nulla a mamma. Lo chiameremo E.T. e resterà per sempre con noi. Ma gli uomini cattivi hanno deciso di dargli la caccia. Giù il cappello e in alto i cuori, Steven Spielberg ha colpito ancora una volta. Ha scritto proprio una gran bella fiaba, tenera e romantica, fatta di avventura, ironia e sentimento, che commuove e accende la fantasia.

E bravo anche a Carlo Rambaldi (Oscar con altri due minori) che ha costruito uno stupefacente pupazzo animato, così finto eppure così naturale. Non perdetelo, anche se l'avete già visto: il tempo volerà tra un sorriso e una lacrima.

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