Cultura e Spettacoli

"Extraliscio a Sanremo. Per cantare e ballare ma fuori dagli schemi"

Parla il leader della band rivelazione 2020: "Evviva le radici... e la libertà di trasgredire"

"Extraliscio a Sanremo. Per cantare e ballare ma fuori dagli schemi"

Il punk da balera arriva a Sanremo 2021. Gli Extraliscio sono outsider, ma solo sulla carta. Potrebbero essere una sorpresa. Riassunto delle puntate precedenti. Prima puntata. Mirco Mariani, di formazione jazzista, incontra Moreno Conficconi, leader dell'Orchestra Casadei, e Mauro Ferrara, il Sid Vicious del liscio romagnolo. Risultato: una musica senza precedenti, che rivendica le radici (il liscio, appunto) e poi le stravolge in allegria con improvvisazioni free (libera dalle regole, che pure sono ben note alla banda). Seconda puntata. Elisabetta Sgarbi gira un film sugli Extraliscio, che vince un premio alla Mostra del cinema di Venezia (Extraliscio - Punk da balera, appunto). Terza puntata: gli Extraliscio firmano la sigla del Giro d'Italia. Quarta puntata: Mirco e soci sono tra i 26 big del prossimo Sanremo, condotto da Amadeus, in programma dal 2 al 6 marzo. Editrice, questa volta musicale, Elisabetta Sgarbi. La musica degli Extraliscio, così famigliare per molti versi, ha un lato piacevolmente sperimentale e trasgressivo. Eppure si trova nella vetrina nazionalpopolare per eccellenza. Chiediamo lumi a Mirco Mariani.

Non è che voi Extraliscio siete sovversivi sotto mentite spoglie?

«Il liscio è una musica incredibilmente ricca, anche se molti credono il contrario. Forse non si direbbe ma ha regole simili a quelle del jazz. Se le conosci, ci puoi giocare, al limite puoi anche andare oltre, sempre nel rispetto di una tradizione affascinante».

Cosa portate a Sanremo?

«Il brano Bianca Luce Nera»

Strano titolo.

«L'ho composta in un momento in cui ero di traverso. Ne ho parlato con Pacifico, abbiamo scritto il testo insieme».

Vi esibirete con Davide Toffolo, disegnatore e leader della band Tre allegri ragazzi morti. Come nasce la collaborazione?

«Non sono mai stato uno specialista di musica rock, vengo dal jazz. Ma avevo due gruppi di riferimento, che facevano il punk nel modo che mi piace, i Cccp poi Csi e i Tre allegri ragazzi morti. I Cccp avevano anche una venatura di liscio, valga l'esempio di Oh! Battagliero. Per noi Extraliscio, il punk è libertà di seguire l'ispirazione, fregandosene delle categorie, mescolando stimoli diversi. Volevo avere un po' di punk vero e proprio sul palco. E dunque Davide».

Toffolo si esibisce da sempre mascherato...

«Sì, lui mascherato, io con il barbone, Moreno con i capelli lunghi e biondi, Ferrara come un Frank Sinatra ma nero corvino. Sarà divertente».

A Sanremo suonate con l'orchestra, come prescrive il liscio?

«Prima del Covid, stavo lavorando a un progetto con l'orchestra Toscanini, ho dovuto interrompere. Sono contento di far cozzare, anche violentemente, la purezza dell'orchestra con i nostri suoni meno educati. Siamo dunque in linea con il testo della canzone. Tra il nostro suono e quello dell'orchestra, credo sarà amore, pur nel contrasto».

Si sa già chi la dirigerà?

«No, troppo presto».

Si lasci andare ai sogni...

«Oltre ai maestri sanremesi per eccellenza, direi Mitchell Froom, grande produttore, musicista sopraffino, ha lavorato con Paul McCartney, Bob Dylan, Elvis Costello, Randy Newman, Tom Waits, Peter Gabriel».

Le piace la canzone sanremese?

«Dico la verità: sono sempre vissuto in un'altra dimensione, anche se ho seguito il festival, nel corso degli anni. Mi dicevo: quanta roba bella. Mai avrei pensato di essere capace di scrivere una canzone adatta a Sanremo. L'ho fatto su istigazione di Elisabetta Sgarbi, durante il primo lockdown. Mi sembra incredibile. Se guardo in strada, vedo palazzi con finestre. Dietro a quelle finestre ci sono uomini e storie che non conosco. Eppure Sanremo, in qualche modo, raggiungerà molte di quelle persone. È magico».

Vi scontrerete con musicisti di 18 anni, provenienti dai talent e dai social network. Li conosce?

«Sì, attraverso le mie figlie. Anche qui dico la verità: la trap, il reggaeton non mi appassionano. Magari becco una melodia che mi piace, ma sento che non è musica per me».

Come vive allora la dimensione glamour e modaiola del festival?

«Voglio portare sul palco il liscio, la musica popolare e il ballo, ma anche la libertà, l'improvvisazione.

Ognuno farà la sua cosa, ne ho il massimo rispetto, ma gli Extraliscio non seguiranno le mode».

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