Il fascino violento dell'America degli Appalachi

Il fascino violento dell'America degli Appalachi

Quanti sono i romanzi americani ambientati nei monti Appalachi durante o subito dopo gli anni bui della Grande depressione? Quanti raccontano di famiglie distrutte dai rigori della povertà, dal duro lavoro (quando c'era) e dalla piaga dell'alcol? Sembra che sulla sfida al Proibizionismo tra i monti di Kentucky, Virginia, North Carolina e Tennessee si sia plasmata una bella fetta dell'immaginario letterario a stelle e strisce. Di materiale a cui attingere nelle selve oscure di quei monti ce n'è sempre stato in abbondanza e la violenza che scaturisce senza tregua da storie di sopraffazione, cristianesimo radicale, amori malati, analfabetismo cronico e, addirittura, incesto, rasenta la norma. La verginità di certi posti mi ha sempre portato a credere che sia proprio dallo scontro tra passato e presente, tra stili di vita consolidati e modernità che si crea l'atmosfera di tragedia incombente nelle storie dell'America più bianca e aggrappata alle sue tradizioni.

L'ombra di casa (Bompiani, trad. di Alessandro Mari, pagg. 275, euro 18) di William Gay non tradisce le attese, con la sua vicenda a tinte forti, ambientata nel Tennessee nel 1940. Certo, Grande depressione e Proibizionismo sono dei ricordi e ora è l'ombra dell'entrata in guerra degli Stati Uniti ad aleggiare sul Paese. Ma tra i monti degli Appalachi ciò che succede nel Pacifico e in Europa pare non sfiorare neppure i ritmi secolari della vita. Rappresentata tra forti echi dell'Erskine Caldwell più fosco, la violenza stritola i buoni sentimenti ottimamente tratteggiati nella storia d'amore tra il protagonista, il povero e autenticamente generoso carpentiere Nathan Winer, e Amber Rose. A chi avesse voglia di farsi un'idea un po' più chiara dell'ambiente in cui la storia di William Gay si dipana consiglio la lettura dell'interessante saggio Elegia Americana di J.D. Vance, uscito in Italia per Garzanti. E, se questo romanzo dovesse stimolare la voglia di leggere altre storie di simile atmosfera, interessante e intenso è pure La contea più fradicia del mondo di Matt Bondurant (Dalai), da cui è stato tratto un discreto film con Shia LaBeouf, sceneggiato niente meno che da Nick Cave.

William Gay ha un passato nell'esercito americano, con una missione in Vietnam. Esorcizzare la violenza con altra violenza è una via percorsa anche da altri grandi della letteratura americana. Nei suoi Appalachi ce n'è tanta.

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