Film a 2 euro? Per qualcuno è un danno...

Il cinema è un valore e ha un valore, che il ministro Franceschini sta svendendo, unicamente a spese di tutti i professionisti di un settore già in profonda crisi

Film a 2 euro? Per qualcuno è un danno...

Gentile ministro Franceschini, la Teodora Film ha pubblicato, il 7 marzo, un duro comunicato dal titolo emblematico, «Rosso Franceschini», che la riguarda e che lei avrà letto. Riporto alcuni passi, a beneficio dei lettori, invitandoli a leggere l'intero testo nel sito di Teodora. «Sollecitati a spiegare la nostra posizione sulla vicenda dei mercoledì al cinema a 2 euro, posizione fortemente anti ministeriale e in totale controtendenza rispetto al sentimento comune, diciamo che ci sembra solo uno strumento del ministro Franceschini per una personale campagna elettorale, assecondata dalle associazioni di produttori che non aspettano altro che una nuova legge cinema per accedere ai fondi pubblici. Questo è uno scempio tutto italiano che nasconde male l'ipocrisia degli operatori del settore (in privato lamentano il danno Franceschini) e la demagogia del comune uomo politico attaccato alla sua poltrona...il ministro sventola la legge e i decreti attuativi imponendo ai privati una gabella... Il cinema è un valore e ha un valore, che il ministro Franceschini sta svendendo, unicamente a spese di tutti i professionisti di un settore già in profonda crisi». Non entro nel merito delle insinuazioni sulle sue motivazioni ma ritengo che questa presa di posizione di Teodora (preziosa casa di distribuzione indipendente che ha portato, in Italia, degli autentici gioielli come Amour), unitamente anche alla decisione di alcuni esercenti di non aderire più alla sua iniziativa, meriti qualche considerazione, perché questa storia che il costo ridotto del biglietto porti la gente di nuovo in sala va letta con attenzione. È innegabile che i biglietti venduti, in quella giornata, miracolosamente si moltiplichino e che i 2 euro di ingresso rappresentino una forte attrattiva anche per quel pubblico di solito refrattario ai cinema. Perfetto, signor ministro, ma con quali conseguenze? Mi riferisco, in particolare, agli esercenti delle piccole sale (per le multisala, il discorso è diverso), quelli più colpiti dalla crisi, i cui costi fissi (personale, elettricità, costo minimo garantito del film) non si abbattono proporzionalmente alla riduzione del ticket. Senza tralasciare il fatto che, soprattutto in queste sale, gli incassi dei fine settimana immediatamente precedenti e successivi all'iniziativa, vengono «cannibalizzati» («se un film mi interessa, aspetto quel mercoledì per vederlo a prezzo ridotto»). Per non parlare del misero box office del martedì che precede l'entrata a 2 euro. Una promozione «una tantum», fatta in questo modo, pur con le buone intenzioni di chi cerca di difendere il prodotto cinema («se posso vedere un film a 2 euro, magari, evito di scaricarlo») finisce, con molta probabilità, per non fidelizzare la gente, danneggiando gli incassi. Per non parlare del fatto che si corre il forte rischio di svilire un bene, il cinema, che non è primario e che, come tale, ha il diritto di farsi pagare in modo appropriato.

Perciò, vanno benissimo le iniziative per far tornare la gente nelle sale, ma, signor ministro, non si dimentichi di chi distribuisce i film e di chi, ogni giorno, con fatica, apre le sue piccole sale per proiettarli. Lei che ne pensa?

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