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Il film che (a torto) ha fatto infuriare Trump

di Craig Zobel con Betty Gilpin, Ike Barinholtz, Emma Roberts, Hilary Swank

Il film che (a torto) ha fatto infuriare Trump

In un tweet dello scorso 9 agosto, il presidente Trump aveva scritto: «La Hollywood liberale è razzista al massimo livello. Il film in uscita è fatto per infiammare e causare il caos. Creano loro stessi la violenza e poi cercano di incolpare gli altri». Non si fa accenno al titolo, ma a tutti è parso chiaro che il bersaglio fosse proprio questo The Hunt, prodotto dalla Blumhouse. Film «maledetto», nel senso che la data originaria del debutto negli Usa era stata posticipata dopo le stragi di Dayton e El Paso, anche se qualcuno pensa che il tweet di Trump abbia avuto il suo peso. E il Coronavirus ha impedito alla pellicola di arrivare nelle sale italiane, finendo, ora, sulle piattaforme a noleggio. Di cosa stiamo parlando? Dodici sconosciuti si risvegliano in un bosco, legati e imbavagliati. Ci metteranno poco a capire che sono le prede in una mortale caccia all'uomo, organizzata da un gruppo di ricchi liberal. Al destino apparentemente segnato si oppone l'ex soldatessa Krystel, l'unica a mantenere il sangue freddo e a organizzare un contrattacco; una vera macchina da guerra. Le prede sono dei conservatori, persone appartenenti alle classi più povere e culturalmente meno istruite della società americana. Già il riferimento dei cacciatori alle loro prede, definite come «spregevoli» è una chiara allusione alla frase «il gruppo degli spregevoli» , proferita dalla democratica Hillary Clinton durante la campagna per le elezioni presidenziali Usa 2016 per riferirsi ai sostenitori repubblicani di Donald Trump. E questo fa capire che mr. President forse si era sbagliato. È un film politico, sicuramente, ma non a senso unico, come siamo soliti vedere in quel di Hollywood. Il vero tema è l'odio, la differenza di classe (e non solo politica), la colpa di essere poveri contro il privilegio della ricchezza.

Betty Gilpin, testosteronica protagonista, sembra una creatura reaganiana alla Rambo, partorita dagli anni Ottanta. Non è un capolavoro, ma se lo prendete per quel che è, ovvero senza infarcirlo di troppo sottotesto, ma piuttosto come un gioco grottesco, potreste anche divertirvi.

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