Come nella migliore tradizione cinematografica dell'happy end, alla fine ci si ritrova tutti. A festeggiare. E così il festival del cinema di Venezia lo ritroviamo com'era, prima delle ultime due edizioni, prima delle restrizioni anti-Covid, prima della grande crisi, quando lo streaming non era una religione monoteista e le sale era ancora ben frequentate.
Ben ritrovati alla Mostra del cinema che dal Lido ha conquistato il mondo, nata 90 anni esatti fa (a proposito: Auguri), e rinata oggi, uguale a come ce la ricordavamo ieri: senza green pass, senza mascherine, senza il muro anti-assembramenti davanti al red carpet per la gioia dei selfisti, programma delle grandissime occasioni - anche se il sistema di prenotazione online da due giorni sta facendo impazzire stampa, industry e pubblico - e tutto ciò che fa cinema: star e superstar, applausi, citiche, glamour, attori, registi, influencer e party.
Si parte: questa volta, ed è una novità per la Biennale, c'è anche Hollywood: ieri, nella nuovissima sala stampa del Palazzo del Cinema, ex Casinò, marmi, mosaici e lampadari originali da film anni Trenta, la mostra del cinema ha dato il benvenuto a Bill Kramer, amministratore delegato dell'«Academy», l'istituzione di Los Angeles che assegna i premi Oscar: con il presidente della Biennale Roberto Cicutto e il mega direttore della Mostra Alberto Barbera ha parlato di quanto ancora la Mostra ha dato a Hollywood (negli ultimi nove anni Venezia ha lanciato all'Oscar quattro miglior film e sette miglior regie, fra cui Gravity, Birdman, Spotlight, La La Land, The Shape of Water, Roma, Joker e Nomadland... ) e quanto Hollywood potrà fare per Venezia, e l'Italia («Ma la mia presenza qui non garantisce automaticamente che un film italiano sarà premiato ai prossimi Oscar», è la battuta di Bill Kramer).
Intanto il Leone di San Marco e della Mostra del cinema, simbolo di potere e forza, per i 90 anni del festival quest'anno nell'immagine-guida disegnata da Lorenzo Mattotti si trasforma in una Leonessa, elegante e creativa, che divora tutto il meglio del cinema a disposizione. Tra i film e gli attori più attesi elenchiamo Harry Styles, protagonista del film Don't worry, darling; Timothèe Chalamet, star del film di Luca Guadagnino Bones and All; e poi: Penèlope Cruz, Javier Bardem, Adam Driver, Adrien Brody, la conturbante Bond girl Ana de Armas, protagonista di Blonde, il film di Andrew Dominique sull'icona Marilyn Monroe, e poi Colin Farrell, Anthony Hopkins, Cate Blanchett, Monica Bellucci, Paul Schrader e Catherine Deneuve Leone e Leonessa d'oro alla carriera - e Julianne Moore, senza bisogno di presentazioni, che presiederà la giuria.
A proposito. Non è il caso di pensare già ai favoriti per il Leone d'oro, ma se lo si vuole fare si può citate Alejandro Inàrritu con Bardo, falsa cronica de unas cuantas verdades dedicato al suo Messico; Noah Baumbach col film d'apertura White noise, attesissimo, ispirato al romanzo di Don De Lillo (Barbera ha detto che «Valeva la pena di aspettare per avere la certezza che il film fosse finito in tempo: è un'opera ambiziosa che esamina le nostre ossessioni, i dubbi e le paure radicate negli anni 80, ma con riferimenti molto chiari alla realtà contemporanea»), e anche Olivia Wilde con Don't worry darling, film con un cast eccezionale: Florence Pugh, Harry Styles, Chris Pine, Gemma Chan, storia di un quartiere utopico, costruito per garantire pace e armonia tra gli abitanti ma che, come sempre succede al cinema, cela un segreto.
Il segreto del festival quest'anno lo svela proprio Barbera che trova un filo conduttore nel turbine di film selezionati: «Se c'è un dato comune non tematico è la prevalenza di toni drammatici, le commedie sono praticamente inesistenti, come se la pesantezza di questi tempi che stiamo vivendo si sia tradotta in incupimento tematico e di toni».
A stemperare crisi, guerra e gli strascichi della pandemia ci pensano le feste che agiteranno Venezia da oggi al 10 settembre. L'evento più esclusivo è stato ieri sera, proprio per celebrare il debutto alla Mostra dell'«Academy», con un super party alla Misericordia, in città: musica di Aria and Friends Orchestra, cena di chef Alajmo, tre stelle Michelin, e un centinaio di vip da tutto il mondo. Poi, dopo il tradizionale gala di apertura di stasera, venerdì Vanity Fair organizza la gala night «Women's Stories» per celebrare le donne nell'industria del cinema a Palazzo Rocca Contarini Corfù a Venezia; martedì 6 Elle offre il cocktail party «Parla con Elle» sulla terrazza dell'Hotel Excelsior... Intanto, per tutto il festival, ogni sera al Lido, sul lungomare Marconi, di fronte al vecchio Hotel De Bains e a pochi passi dal red carpet, apre sulla spiaggia lo spazio Cosmopolitan: aperitivi, sabbia, sdraio, musica sarà il ritrovo per tutti a fine giornata, da cui il nome «Dopocinema».
Prima, però, c'è sempre la politica. E se è vero che sarà, causa elezioni, un'edizione low profile, qualche sorpresa potrebbe esserci.
C'è chi scommette sull'arrivo di Matteo Salvini, già presente qui da spettatore due anni fa. Quest'anno potrebbe tornare per assistere al docufilm Franco Zeffirelli, conformista ribelle diretto Anselma Dell'Olio e prodotto dalla sua fidanzata, Francesca Verdini. La campagna elettorale farà tappa al Lido?
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